“Mai scherzare con le stelle” love story di Oleotto a Gorizia

Domani su Rai Uno la commedia romantica girata tutta nel capoluogo isontino protagonisti Pilar Fogliati e Alessandro Roja, nel cast anche Emanuela Grimalda



A poche settimane dall’ultima puntata della serie “Volevo fare la rockstar”, Gorizia torna protagonista in prima serata sulla Rai, e il merito è sempre di Matteo Oleotto: domani sera, alle 21.20, andrà in onda su Rai 1 il film per la tv “Mai scherzare con le stelle”, diretto dal regista goriziano e girato tutto nel capoluogo isontino. “Mai scherzare con le stelle” fa parte della collana di Pepito Produzioni “Purché finisca bene”, una serie di film con storie completamente indipendenti l’una dall’altra, nata da un’idea di Agostino Saccà con Rai Fiction per portare la qualità della miglior commedia cinematografica in televisione. Il prossimo martedì il ciclo proseguirà con un altro film, “Al posto suo”, girato a Trieste da Riccardo Donna: una prova che Saccà e la sua Pepito Produzioni, che hanno realizzato anche “Volevo fare la rockstar”, credono fortemente nel territorio. “Mai scherzare con le stelle”, che da domani sarà disponibile anche in streaming sulla piattaforma di Raiplay, è una commedia romantica che racconta l’incontro tra la giovane netturbina Ines (Pilar Fogliati) e il vicino di casa Alfredo (Alessandro Roja), un ricercatore di robotica all’università che sta progettando un “robot empatico” in grado di capire i desideri delle persone. Fra i due, però, si metterà anche una ricercatrice che lavora con Alfredo. «Si tratta del vecchio, buon triangolo, come cantava Renato Zero», scherza il regista. Nel cast c’è anche l’attrice triestina Emanuela Grimalda, nel ruolo della madre di Ines.

Oleotto, questa è la sua prima commedia romantica: a cosa si è ispirato?

«Ho pensato molto a Hugh Grant, a film come “Notting Hill”, “Quattro matrimoni e un funerale”, e poi a “Manhattan” di Woody Allen: non che abbia voluto paragonare Gorizia a New York, ma è uno dei film che mi ha ispirato la sensazione giusta. In realtà non mi sono riferito a un film preciso, ma a un mondo di film che mi ha appassionato, quelle commedie romantiche americane e francesi che mi hanno scaldato il cuore: ci sono dei momenti nella vita in cui hai bisogno di sentirti dire che va tutto bene».

Perché ha deciso di girare ancora a Gorizia?

«Perché volevo mettere alla prova la città per vedere se riusciva a reggere l’impatto della commedia romantica, e ce l’ha fatta. Ci dovevo provare per tutti quelli che dicono che Gorizia è morta e decadente: forse in parte lo è, ma ho dato dimostrazione che, se si vuole raccontare qualcosa di vivo, la possibilità c’è. Basta volerlo».

Sarà una Gorizia diversa rispetto a quella vista in “Volevo fare la rockstar”?

«Molto. Per la sceneggiatura serviva una città di 70-100mila abitanti, Gorizia ne ha quasi la metà e quindi abbiamo dovuto ricorrere ad alcuni stratagemmi per descrivere una città più grande, per esempio facendo delle inquadrature dall’alto anche di Udine. In questo film vedremo una città più edulcorata, più bella, perfetta per una storia d’amore».

Dove avete girato?

«L’interno del condominio dei protagonisti è in Corso Italia, l’esterno in via Petrarca. E poi nell’ex ospedale psichiatrico di Gorizia, Il Parco Basaglia, per me un luogo molto emozionante perché ho iniziato la mia carriera proprio lì con il regista Gianni Lepre che, per girare un film, arruolò ventenni senza arte né parte, tra i quali me. Lavorai con lui per due mesi facendo il capo macchinista: il film non è mai stato montato ma proprio all’interno del Parco Basaglia, insieme a Emilio Quinzi che è anche capo macchinista di “Mai scherzare con le stelle”, abbiamo aperto un’associazione culturale che si occupava di video. Da lì è iniziato tutto».

Per lei è fondamentale il lavoro con gli attori: perché ha scelto Pilar Fogliati e Alessandro Roja?

«Ho visto un provino di Pilar e ho capito che è un talento enorme. Ho saputo che anche Carlo Verdone le aveva fatto un provino per il suo film “Si vive una volta sola”, così mi sono permesso di chiamarlo: mi ha confermato che anche secondo lui era un’attrice eccezionale. Roja mi sembrava perfetto per affiancarla: ha carattere, ma sa calarsi nel ruolo dell’uomo un po’ insicuro e timido». —

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