Marc Chagall e la sua Russia in mostra a Rovigo

«Anche la mia Russia mi amerà». È con queste parole che Marc Chagall nel 1921 conclude a Berlino «Ma Vie», la sua autobiografia illustrata. Ha soli 34 anni, ma è consapevole che quell'esilio, seppur solo all'inizio, non sarà temporaneo. Questa volta, la separazione dalla «sua» Russia, con la quale pure ha avuto non pochi scontri, sarà definitiva. Proprio quelle parole danno ora il titolo alla grande mostra curata da Claudia Zevi, che porterà il maestro della pittura della felicità, dei sogni e delle fiabe, nelle sale di Palazzo Roverella a Rovigo. Non un excursus a volo d'uccello sulla sua opera omnia. Al contrario, «Marc Chagall anche la mia Russia mi amerà», dal 19 settembre al 17 gennaio, sceglie un tema preciso: l'influenza che la cultura popolare russa ha avuto su tutta la sua produzione, nei primi venti anni del ’900 trascorsi in patria e poi nei dipinti degli anni successivi a Parigi, in America e nel sud della Francia.

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