Maria Bissacco merletti d’arte

Antologica dell’artista triestina a Murano
Nasce a Trieste il “merletto d’autore” e il suo nome è Maria Bissacco. Triestina di nascita e diplomatasi maestra merlettaia alla Scuola di Merletti di Gorizia, questa singolare artista con il diploma di sarta e la vocazione della sperimentatrice ha saputo coniugare l’antica arte del merletto a fuselli con l’uso di nuovi materiali e con un stile del tutto personale, riuscendo così ad “addomesticare” una tecnica difficile quanto complicata ad un uso moderno e capace di stare al passo con i tempi e le esigenze della moda.


A lei il Museo del Merletto di Burano, l’isola più famosa al mondo per la produzione di merletti realizzati con la tecnica del punto in aria (eseguita cioè con l'utilizzo di solo ago e filo), ha dedicato una mostra personale che resterà aperta fino al 7 gennaio 2018.


La passione per il merletto, scoperta – come lei racconta – a 54 anni, dopo una vita da sarta nella moda, porta Maria Bissacco a specializzarsi nella tecnica a fuselli seguendo numerosi corsi di perfezionamento come quello sul Codice Colore nel disegno per merletto con Marianne Stang e quelli di storia e di tecnica del merletto boemo tenuti da celebri insegnanti della Repubblica Ceca, uno dei paesi che custodiscono con maggior rigore quest’arte antica. «Proprio visitando per la prima volta un’esposizione di merletto contemporaneo Ceco – spiega - compresi che era possibile "intrecciare" il filo in mille modi diversi e decisi di provare a interpretarlo a modo mio, ossia con i punti tradizionali della mia regione».


Un lavoro lento il suo, compiuto in solitaria, che comprende l’ideazione, la progettazione di capi sempre unici, realizzati giocando con tessuti, cromie e contaminazioni. «Per esprimere la mia idea di merletto contemporaneo – racconta - mi avvalgo di filati di ogni genere, spaziando anche tra prodotti tessili non tradizionali».


Ecco allora nascere una delle sue più singolari creazioni, presente in mostra a Burano,“Note nella notte”, un abito creato per i 250 anni dalla morte di Mozart, realizzato in taffetà nero, blu e bianco con applicazioni di merletto a fuselli che riproducono l’aria “Là ci darem la mano” del Don Giovanni o ancora l’abito dedicato alla città portoghese di Peniche, “Peniche tra terra e mare”, lavorato con più paia di fusi intrecciando ciniglia, fettucce, cristalli e conchiglie. «Per procedere più velocemente – spiega - ed ottenere effetti più contemporanei io utilizzo poche paia di fuselli, tre, quattro al massimo e cerco sempre di sperimentare».


Tra le ultime sfide, dopo un merletto inciso nel sughero, l’uso del filo di poliammide trasparente per ricamo a macchina, “un filo difficile – racconta - inconsueto, povero, brutto persino per la confezione, ma dalle grandi possibilità creative”.


Oltre ad abiti, borse, cappelli, scialli, la produzione della Bissacco punta anche ai gioielli. Anni fa conobbe i lavori dei Masriera, una famiglia di artisti e orafi di Barcellona. Nacque così l’idea di riprodurre con il filo quello che era stato realizzato con metalli nobili: dei gioielli dove la parte lavorata a fuselli è realizzata in simbiosi con il lavoro dell’orafo.


Chiamata ad esporre, sfilare e insegnare, oggi l’artista è presente alle maggiori manifestazioni europee del merletto e molte sue creazioni sono state acquisite da musei internazionali.


«Il Museo del Merletto di Burano – spiega la direttrice Chiara Squarcina - ha deciso di presentare una mostra antologica a lei dedicata per testimoniare la creatività e la modernità che Maria Bissacco ha saputo infondere all’arte del merletto a fuselli, inseguendo un intimo percorso nella progettazione e nell’esecuzione del merletto, nell’intento di trasformarlo in una forma di espressione artistica, senza però snaturarlo, anzi rendendolo comunque riconoscibile e in qualche modo ancorato alla tradizione»


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