Massimo Ranieri: «Mi è venuta la febbre per Pasolini»

Arriva nelle sale il 24 marzo “La macchinazione”, film che David Grieco ha dedicato al poeta di Casarsa

Nonostante la grande somiglianza fisica non è stato facile per Massimo Ranieri decidere di calarsi nei panni di Pier Paolo Pasolini nel film “La macchinazione” di David Grieco, il dramma d'inchiesta che arriva nelle sale cinematografiche dal 24 marzo in 120 copie con Microcinema. La pellicola ricostruisce gli ultimi tre mesi di vita del poeta e regista, indagando su cause e mandanti del suo omicidio, avvenuto fra l'1 e il 2 novembre 1975.

«Mi avevano già chiesto altre volte di interpretarlo - spiega l'attore e cantante Massimo Ranieri che ha vinto il Festival di Sanremo nel 1988 - ma avevo sempre detto di no, perché erano progetti che biecamente si concentravano solo sulla sua omosessualità. A David, che conosco da 30 anni, ho detto di morire dalla paura, all'idea di interpretare un personaggio così immenso. Il giorno delle riprese mi è anche venuta una febbre psicosomatica».

Non solo come attore, aggiunge «ma come persona, voglio la verità sui quello che è successo quella notte e non solo, in Italia». Stando al film, mandanti ed esecutori, erano uniti dal filo rosso fra apparati deviati e Banda della Magliana. «Su Pasolini ho voluto fare un film “di pancia” - dice Grieco, che è stato amico e assistente di Pasolini - chiamo le cose con il loro nome, non volevo fare un film figo».

Fin dalle prime foto di scena, tutti hanno notato subito la straordinaria somiglianza tra l’attore e cantante e il poeta, regista e scrittore di Casarsa ammazzato all’idroscalo di Roma il 2 novembre del 1975. Il caso della sua morte è ancora oggi un mistero.

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