McBain, mille volti sette nomi

Einaudi ripubblica nella collana Stile Libero tutti i suoi romanzi sull’87° Distretto

I romanzi di Ed McBain sono come certe canzoni dei Ramones imperniate su pochi accordi secchi, zero spazio a virtuosismi e buona velocità di esecuzione. Brani semplici ed essenziali ma efficaci esattamente come i gialli dello scrittore dai sette pseudonimi. L'accostamento non è poi tanto audace. Con il loro stile sia McBain che i Ramones arrivavano con facilità al grande pubblico, questo il comune denominatore. Uno con i libri, gli altri con le loro schitarrate e ruffiani refrain. Per anni negli Stati Uniti i romanzi di Ed McBain si vendevano come il pane in tutto il mondo pur essendo le sue opere considerate letteratura popolare, di serie B da un manipolo di critici e di scrittori invidiosi.

A tredici anni dalla morte dello scrittore, Einaudi, nella collezione Stile Libero, ha compiuto una intelligente operazione di riesumazione delle sua copiosa produzione affidandosi al marketing letterario di un autore che va per la maggiore come Maurizio De Giovanni, il quale spiega che da ragazzo era un accanito lettore dei gialli di McBain. Il giallista americano era un vero personaggio affetto da una sorta di schizofrenia letteraria, gli piaceva il ballo in maschera. Una mania che l'ha portato a cambiare sette pseudonimi, tanto è vero che non è facile radunare tutti i suoi volumi proprio per questa sua “diversificazione”.

Ed McBain era un italo-americano di seconda generazione che si vergognava del suo nome e cognome: Salvatore Albert Lombino. Lo considerava scomodo e poco accattivante. All'anagrafe l'ha cambiato in Evan Hunter ma neanche questo andava bene per il suo percorso narrativo. Alla fine s'è trovato un nome d'arte vagamente scozzese, un bel depistaggio riguardo le sue vere origini. Ma McBain è diventato viavia anche Richard Marsten, Hunt Collins, Ezra Hannon, Curt Cannon e Johm Abbott. Ha cambiato tanti pseudonimi ma mai genere, è rimasto fedelmente ancorato al giallo o meglio ancora al genere poliziesco (definizione non più in voga) ma in questo caso appropiata dal momento che nei suoi libri Lombino-Hunter-McBain racconta di crimini ma soprattutto di storie di sbirri, delle loro indagini, dei loro problemi e della loro vita privata. Non c'è un solo eroe nei suoi romanzi ma c'è la squadra, con i ragazzi dell'87° Distretto diretti dal tenente Byrnes che si muovono in una New York reinventata sulla carta, una serie fortunata che gli ha regalato fama e ricchezza. Pochi accordi ma refrain efficaci, come s’è detto. Niente fronzoli, dialoghi serrati tipici dei gialli classici in cui non c'è proprio posto per indagini sociologico-ambientali. Forse, a dire il vero, un primattore c'è, l'aitante detective Steve Carella, ma è solo il primo ragazzo del coro (omaggio a Robert Aldrich) non monopolizza le storie. McBain non è mai passato di moda sia perchè raccontava la strada sia per questo suo stile asciutto garantisce un ritmo vertiginoso al romanzo fino all'ultimo senza noiose divagazioni di trenta pagine su aspetti tecnici della mecidina legale (il limite di Patricia Cornwell e della sua sussiegosa dottoressa Scarpetta, per esempio). È in sostanza la lezione di Raymond Chandler, di cui McBain è un nipote acquisito. Il finto scozzese nei suoi romanzi, invece, non si mai fatto mancare le pupe, donne fatali e diaboliche, ingrediente di alleggerimento ma non decorativo.

All'attività di scrittore Mcbain ha alternato quella di sceneggiatore. "Gli Uccelli" di Alfred Hitchcock porta la sua griffe. Ma non basta. Accanto alla serie dei poliziotti dell'87° Distretto c'è anche quella dell'avvocato Matthew Hope.

Einaudi ora ripubblica dieci romanzi con l'affettuoso accompagnamento del suo fan De Giovanni. A fare da apripista sono "Odio gli sbirri" (nella sua precendente edizione s'intitolava "L'assassino ha lasciato la firma"), primo libro della serie d’oro dell'87° Distretto uscito nel 1956 e "Fino alla morte". Scelta chiaramente non casuale quella del primo volume, non solo apre la strada ma è uno dei gialli più godibili dell’italo-americano. Un assassino misterioso uccide i poliziotti dell'87 Distretto. Li ammazza quando sono più indifesi, a fine turno, quando stanno rincasando. Cadono come birilli uno dopo l'altro come davanti a un invisibile plotone di esecuzione. Una vendetta o si tratta di un gesto di un folle? McBain vi stupirà.

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