Meoni al Verdi dà voce a Nabucco «È un mio cavallo di battaglia»

TRIESTE. A interpretare “Nabucco” alla prima rappresentazione di questa sera al Teatro Verdi, alle 20.30. ci sarà il baritono di Genzano di Roma Giovanni Meoni, chiamato dalla Fondazione triestina per quest’opera, per molti versi eccezionale, che consentì a Verdi di raggiungere un enorme successo, ritrovandosi tra i primi operisti italiani, sullo stesso piano di colleghi molto più esperti come Donizetti e Rossini. Interprete del repertorio belcantistico belliniano e donizettiano, Giovanni Meoni si è poi avvicinato al repertorio verdiano, nel quale ha trovato la sua naturale collocazione e dove raggiunge la massima espressione, eccellendo in particolar modo nei grandi ruoli di "baritono nobile".
«Canto Nabucco da tantissimi anni – sottolinea Meoni – ed è uno dei miei cavalli di battaglia, insieme a Macbeth, Rigoletto, Conte di Luna (ne Il Trovatore), Germont (ne La traviata), Don Carlo (ne La forza del Destino), Amonastro (Aida) e molti altri. Tornare a Trieste dopo tanti anni – prosegue l’artista, ricordando la sua unica interpretazione al Teatro Verdi nel 1995 ne La bohème di Puccini – è motivo di grande felicità e di onore. Ho trovato un teatro ben organizzato, quasi una grande famiglia, dove ci sono le condizioni ottimali per lavorare e per esprimersi al meglio. E la città è veramente stupenda»”.
Giovanni Meoni ha collaborato con importanti direttori d’orchestra, esibendosi sui principali palcoscenici del modo, dal Met di New York, al Wiener Staatsoper, dalla Deutsche Oper al Liceu di Barcellona, dall’Ncpa a Pechino al Bolshoi di Mosca, a molti altri. In Italia si è esibito al Regio di Torino, a La Fenice di Venezia, al Maggio Musicale di Firenze, all’Opera di Roma e all’Arena di Verona.
Dramma lirico in quattro parti, su libretto di Temistocle Solera dal Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi, Nabucco è una delle opere fra le più rinomate di Verdi, anche per la presenza del celebre ‘Va pensiero’, brano corale emblema della tradizione musicale italiana, entrato nel cuore della nazione come simbolo del Risorgimento.
L’Ouverture di Nabucco proposta spesso in concerti lirici e sinfonici – spiega il maestro concertatore e direttore Christopher Franklin – racchiude i momenti memorabili dell’opera, anticipando il tema di ‘Va pensiero’ e il motivo de “Il maledetto”. In quest’opera Verdi ha sfruttato al massimo l’effetto della banda in scena, proponendo varie marce e accompagnamenti suggestivi in un modo innovativo rispetto alla tradizionalissima banda italiana. Un altro momento particolare dell’opera è la preghiera di Zaccaria, che Verdi ha avuto l’idea geniale di sottolineare con sei violoncelli soli, un effetto forse ispirato dall’inizio della Sinfonia di Guillaume Tell di Rossini, che lui conosceva senz’altro, ma che in Nabucco ha reso assolutamente originale.
L’opera è proposta a Trieste (fino al 26 gennaio) con l’allestimento del Teatro Ponchielli di Cremona, in coproduzione con il Teatro Grande di Brescia e il Teatro Fraschini di Pavia, e con l’Orchestra e il Coro del Verdi triestino. La regia è di Andrea Cigni ripresa da Danilo Rubeca, scene Emanuele Sinisi, costumi Simona Morresi, maestro del coro Francesca Tosi. Oltre a Giovanni Meoni (e a Stefano Meo nelle repliche del 19 e 24 gennaio nel ruolo di Nabucco), nella compagnia di canto spiccano il soprano Amarilli Nizza (Abigaille) e il basso Nicola Ulivieri (Zaccaria). —
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