Mereghetti: «Mentre dilaga l’opinionismo io mi metto al servizio di lettori e film»

l’intervista gorizia Va al critico milanese Paolo Mereghetti, firma storica del Corriere della Sera e autore del Dizionario dei Film più apprezzato e diffuso in Italia, il Premio alla cultura...

l’intervista

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Va al critico milanese Paolo Mereghetti, firma storica del Corriere della Sera e autore del Dizionario dei Film più apprezzato e diffuso in Italia, il Premio alla cultura cinematografica che ogni anno l’Amidei attribuisce a una personalità impegnata nella valorizzazione della settima arte. La motivazione parla chiaro: «per la sua lunga attività, capace di proseguire la tradizione dei maestri del giornalismo cinematografico e di confermare e proteggere l’autorevolezza di questo mestiere».

Mereghetti (che alle 18, nella sala 2 del Kinemax di Gorizia, dialogherà in un incontro pubblico assieme a Roy Menarini e alle 21.15 ritirerà il premio al Parco Coronini Cronberg dalle mani di Francesco Munzi) spiega la “ricetta” grazie alla quale è riuscito a salvaguardare gli spazi e a confermarsi una delle voci più attendibili e rispettabili, nonostante il dilagare dell’“opinionismo”: «Innanzitutto - afferma - devo essere grato al mio giornale che continua a supportare la critica, non solo quella cinematografica, ritenendola indispensabile. Per quanto riguarda il mestiere di critico, cerco di lavorare con scrupolo, di mettermi sempre al servizio del lettore e dello spettatore. Mi capita di leggere colleghi che sembrano più preoccupati di dimostrare quanto sono bravi, piuttosto che di rendere un buon servizio al film spiegandolo ai lettori. Certo che si potrebbe essere più accattivanti, più spietati, più pindarici. Ma ritengo che in questo modo non si offra un buon servizio. Il mio compito è aiutare le persone a comprendere meglio il cinema e quindi ad amarlo e a frequentarlo di più».

Durante la tavola rotonda pomeridiana, Mereghetti sfoglierà le pagine dell’ultima edizione del suo Dizionario, soffermandosi su alcune delle 30 mila schede contenute, mentre è già in fase avanzata la prossima revisione, pronta a fine anno. «Ogni volta sono un po’ più contento di quello che viene fuori - confessa -. Non posso fare a meno di rileggermi e notare le mancanze, i difetti, persino qualche errore. Ogni ristampa è un’occasione per aggiustare delle cose. Il Dizionario 2019 presenterà diverse novità. Abbiamo coperto filmografie di autori molto apprezzati dalla critica impegnata (Bertrand Bonello, Arnaud Desplechin, Sergei Loznitsa, Aleksej German padre e figlio…), abbiamo rivisto tutti i film di Angelopoulos, abbiamo inserito alcuni B movies, stiamo tenendo sotto controllo le uscite su dvd, Amazon e Netflix, abbiamo rivisto molte schede che ci sembrava meritassero più attenzione, aggiunto 40 cortometraggi di Stallio e Ollio che si sommano a quelli di Chaplin. La prossima volta toccherà a Buster Keaton. Forse riuscirò anche a chiudere la voce che inseguo da anni dedicata ai cinepanettoni».

Per l’occasione, Mereghetti ha anche scelto due titoli “speciali” che saranno proiettati nel pomeriggio al Kinemax: “Il lungo addio” di Robert Altman (ore 14.15 sala 1) e “Amarcord” di Fellini (ore 16 sala 2). «Due film eccentrici nella carriera di questi autori. Il primo è un film di genere riletto con uno sguardo morale molto esplicito, che lo allontana dal romanzo di Chandler. Esprime il sogno di quegli anni di riuscire a contrastare la bruttezza del mondo. “Amarcord” è un film geniale, molto vero, molto falso. Un racconto libero dagli intellettualismi che spesso caratterizzano la rappresentazione cinematografica del fascismo». —





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