Milena Vukotic: «Villaggio e Poli, irripetibili»

Da stasera e fino al prossimo mercoledì sarà alla Contrada con Lucia Poli e Marilù Prati per “Sorelle Materassi”, adattamento teatrale di Ugo Chiti del romanzo di Aldo Palazzeschi, con la regia di Geppy Gleijeses. Ma nel futuro di Milena Vukotic, attrice dal lungo curriculum e indimenticabile moglie del ragionier Ugo Fantozzi, la Contrada è destinata a essere ancora presente: debutterà infatti al festival di Borgio Verezzi “Autunno di fuoco” con Maximilian Nisi per la regia di Marcello Cotugno, che, a novembre andrà in scena al teatro triestino.
Una cosa per volta, però. E da questa sera, appunto, ci sono le “Sorelle Materassi”.
Signora Vukotic, nel lavoro di Palazzeschi lei interpreta Carolina…
«È la più esposte delle sorelle, quella che non riesce a trattenere il suo amore materno verso il nipote. Comunque, sono tutti personaggi sul filo del surreale perché pur essendo una situazione abbastanza moderna viene portata agli estremi come ha scelto il nostro regista».
Come nasce l’idea di fare “Sorelle Materassi”?
«Siamo alla seconda ripresa. È stata un’idea, una scelta fatta da Geppy Gleijeses, con la sua musa Lucia Poli. Lucia e io avevamo già lavorato assieme in televisione, anche con suo fratello Paolo. Il regista mi ha chiesto di far parte di questa famiglia che abbiamo consolidato e ora siamo quasi a 160 repliche».
Come ricorda Paolo Poli?
«Come un amico unico, con cui ho avuto molta gioia di fare spettacoli. Per me è assolutamente insostituibile nel panorama del teatro italiano. Era un personaggio di rara cultura e di alto valore artistico. Ho nei suoi riguardi un affetto e un’ammirazione rari. Mi manca moltissimo. Penso che avrebbe meritato di più».
È impossibile non chiederle di Paolo Villaggio…
«È stato molto importante nel mio percorso. Ha disegnato una maschera a cui ho aderito per nove-dieci film. Era abbastanza misterioso, ma nonostante ciò ho avuto anche con lui un rapporto di grande affetto. Sì, è una di quelle figure irripetibili. Ha creato immagini che rimarranno sicuramente nella storia di un certo genere di cinema».
Quando l’ha sentito e visto l’ultima volta?
«Per gli auguri di Natale. Gli avevo detto che sarei andato a trovarlo ma poi non ci sono riuscita. Parecchi mesi prima ci eravamo visti per un monologo che sua figlia Elisabetta aveva scritto e che io avevo interpretato. Con Paolo c’è stato un rapporto di amicizia. Ero stata a casa sua e di Maura, lui era venuto a casa mia, anche con Federico Fellini, Giulietta Masina. Ma quando si lavora tanto le frequentazioni diventano più rare. Anche con Paolo Poli, del resto, negli ultimi anni ci siamo visti pochissimo».
Fra i tanti, ha lavorato anche con Fellini…
«Ha determinato l’avvio del mio percorso. Vivevo a Parigi e sono venuta in Italia, dove peraltro sono nata, dopo aver visto “La strada”. Ho voluto tentare di cambiare completamente la mia vita e sono venuta a Roma nella speranza di conoscerlo e di potermi un giorno avvicinare a lui. Fellini è stato proprio il centro del mio sviluppo artistico che poi ho portato avanti in Italia».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo