Mirandolina apre locanda in Istria e inaugura la stagione allo Sloveno

Mirandolina è l’imprenditrice più corteggiata del teatro italiano, disegnata con mano sicura da Carlo Goldoni in una commedia celebre, “La locandiera” , scritta a metà del’700. Metti che invece di tener locanda Firenze, come voleva il suo autore, Mirandolina decida di aprire un bed&breakfast a Pirano, sulla costa istriana.
E al posto dei manicaretti con cui prende alla gola i clienti, la bella albergatrice serva ai tavoli scampi alla busara e calamari fritti. Col frizzantino.
Via libera, da venerdì, a una Locandiera nostrana, che sa il fatto suo e si muove disinvolta tra le tante lingue che per secoli hanno caratterizzato queste terre. Perché il teatro ama i classici. Ma ancor di più ama riscriverli e trasformarli.
”Krčmarica Mirandolina” è la nuova produzione teatrale che tra pochi giorni aprirà il cartellone 2019/2020 dello Stabile Sloveno di Trieste. Dopo i debutti che hanno già visto il teatro della comunità all’opera in un solo mese (”Zois_it.com” con la regia di Sabrina Morena e “In cortile”), l’adattamento dalla commedia di Goldoni è il terzo titolo di questo autunno.
«Goldoni è un autore di queste terre e ha senso reinventarlo nei nostri territori», spiega la regista Katja Pegan (anche direttrice del Teatro di Capodistria) giunta al suo terzo incontro con Mirandolina. «Ogni volta - aggiunge la regista - questo personaggio cambia e si trasforma, perché non è una donna che puoi impacchettare facilmente. Le solite etichette, che la vedono trionfale seduttrice di uomini, o femminista prima del tempo, possono magari spiegare il suo carattere. Ma per me, Mirandolina e il suo lavoro sono tutt’uno. Amore e lavoro, diceva Freud, sono la ricetta contro i mali oscuri dell’uomo».
Casca giusta la citazione del fondatore della psicanalisi perché, nell’adattamento dialettale di Patrizia Jurinčič, la commedia viene ambientata all’inizio del Novecento, al tramonto di un’aristocrazia che lascia che lavoratori e imprenditori occupino la scena del mondo. «Mirandolina è però una donna avveduta - dice ancora la regista -: sa che denaro facile o insulsi titoli nobiliari non possono assicurare un futuro dignitoso. È logico che finisca per sposare Fabrizio, il suo cameriere».
«L’unico con il quale potrebbe impegnarsi in un mutuo trentennale, per ridare smalto alla locanda», scherza Tadej Toš, popolare volto della televisione slovena, che qui è il Cavaliere di Ripafratta, un “nemico delle donne” che Mirandolina (interpretata da Nikla Petruška Panizon) vuol convertire.
Vladimir Jurc e Franko Korošec sono i due buffi pretendenti alla mano della protagonista, Lara Komar e Maja Blagovič le squiternate attrici, ospiti della locanda, Primož Forte è il mite Fabrizio, con cui Mirandolina metterà su famiglia nel lieto fine, progettato per il pubblico da Goldoni. Repliche con sopratitoli fino al 9 novembre, accompagnate in foyer da una mostra dedicata alla scenografa Marija Vidau. —
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