Mogli e principesse disperate fra le promesse della Nico Pepe

gli spettacoli
In un dicembre insolitamente ricco di premi, competizioni e concorsi teatrali, spicca in questi giorni anche il Premio Giovani Realtà del Teatro. Ideata e organizzata dall’Accademia “Nico Pepe” , la competizione riservata ai talenti under 35 della scena italiana e non solo, ha fatto sì che a Udine domenica scorsa si ritrovassero oltre 150 giovani concorrenti provenienti da 11 regioni oltre che da Francia e Svizzera. Erano 23 i progetti finalisti, tra monologhi, studi, allestimenti in divenire, della durata di una ventina di minuti ciascuno. Progetti che, grazie a seimila euro di montepremi e alla visibilità offerta dalla manifestazione, potranno a breve diventare spettacoli, pronti a inserirsi nel circuito della distribuzione teatrale del nostro Paese. Quattro giurie, con compiti diversi, hanno avuto l’incarico di indicare i vincitori. A pari merito, la Giuria artistica ha scelto “La principessa azzurra” (una parodia del mondo delle fiabe, movimentata da un’irrefrenabile attrice svizzera, Saksia Simonet) accanto a “Dall’altra parte” (della compagnia campana Putéca Celidonia). Interpretato d un bravo e disinvolto Michele Ragno, “Edip” , scritto da Maria Luisa Maricchiolo ha conquistato il premio riservato ai monologhi.
I complicati passaggi che dall’adolescenza portano all’età adulta sono valsi a “Presente!” degli emiliani Chièdiscena il premio della Giuria giornalisti, intitolato alla memoria di Omero Antonutti, l’attore friulano dai mille volti, recentemente scomparso. I docenti della “Nico Pepe” hanno votato per “Bianca Stella, ballata per piccole cose” , un dialogo delicato tra donne di età diversa in cui si confrontavano da Marzia Gallo e Michela Caria. Applausi strepitosi infine, oltre al premio della Giuria allievi, per Giulia Trippetta.
Sulle orme di Anna Marchesini, di cui è stata allieva, l’attrice ha enunciato un suo spassoso decalogo, “La moglie perfetta” , sarcastica rivisitazione dei consigli che negli anni’50 le riviste femminili davano alle giovani donne in attesa di matrimonio, ma anche a quelle già “felicemente” maritate. –
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