Montalbano in Friuli, primo ciak a fine mese

TRIESTE. Il commissario più amato dagli italiani, Salvo Montalbano, con il volto iconico e il piglio sicuro di Luca Zingaretti, sta per lasciare Vigàta per approdare in Friuli Venezia Giulia, pronto a indagare su un nuovo caso di omicidio. È la Film Commission Fvg, impegnata in queste settimane nella definizione delle location per il prossimo episodio della fiction Rai, a diffondere la notizia. Le riprese sono previste per fine aprile, ma sui particolari della trama del giallo prodotto anche stavolta dalla Palomar di Carlo Degli Esposti, che sarà trasmesso dalla tv di stato la prossima stagione, vige il massimo riserbo. Ciò che è certo, però, è che la storia è tratta da uno dei più recenti scritti di Andrea Camilleri, “L’altro capo del filo”, romanzo che ha permesso allo scrittore palermitano di raggiungere nel 2016 la soglia dei cento volumi.
Chi ha letto il romanzo ricorderà che la presenza del Friuli Venezia Giulia faceva capolino fin dalle prime pagine, meta di una delle poco frequenti trasferte di Montalbano, sempre piuttosto restio a lasciare l’amata Sicilia. L’omicidio di una sarta, ma soprattutto l’anniversario di matrimonio di una coppia di amici di Livia - l’eterna fidanzata - intenzionati a rinnovare i voti dopo aver raggiunto il traguardo delle nozze d’argento, costringevano Montalbano a prendere un aereo per volare da Trapani a Ronchi dei Legionari. Solo una tappa, prima di raggiungere la vera destinazione del viaggio: il borgo friulano di Bellosguardo. Immaginaria, tanto quanto lo è la leggendaria Vigàta, la località uscita dalla penna di Camilleri, sarà nella fiction un mix tra Cividale e Venzone, con il fiume Natisone e il ponte del Diavolo a far da teatro nello sviluppo delle indagini. Per le riprese, sono già state scelte una quindicina di maestranze locali, impiegate in vari reparti, e decine di comparse. Federico Poillucci, presidente della Film Commission Fvg, non nasconde la sua soddisfazione: «Il 2018 - spiega - si conferma come un anno eccezionale per la Fvg Film Commission e Montalbano èla classica ciliegina sulla torta. Il volano economico sul territorio, e soprattutto il ritorno d’immagine, sono molto significativi». Del resto non è la prima volta che il territorio viene scelto come scenario per fiction di successo, ma anche di noir per il grande schermo. In autunno, sempre tra Cividale e le Valli del Natisone, è stata girata una puntata di “Rocco Schiavone”, tratta dai romanzi di Antonio Manzini, mentre a Trieste, a breve, si batterà il primo ciak (data prevista il 7 maggio) di “Un bel posto per morire”, seguito a ruota, dal 21 maggio fino a ottobre, dalle nuove avventure del commissario Cagliostro nella seconda stagione de “La porta rossa”. «Credo si possa tranquillamente affermare - conclude Poillucci - che il Friuli Venezia Giulia sta diventando una piccola capitale delle “crime stories” italiane. Il segreto? Da una parte le location, ricche di atmosfere misteriose, dall’altra la storia stessa del territorio, con un passato doloroso che evoca scenari e suggestioni adatti per chi vuole cimentarsi nel giallo».
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