Morosi: «Che assurda l’operetta! A Trieste me ne sono innamorato»

Nella sua lunga e prestigiosa carriera di attore classico Ugo Maria Morosi – per 28 anni allo Stabile di Genova – ha collaborato con i più grandi registi, da Ronconi a De Lullo, da Visconti a Calenda, svolgendo contemporaneamente anche intensa attività radiofonica e di doppiatore. Una versatilità caratteriale che gli ha consentito di cimentarsi in palcoscenico anche con canto e ballo, partecipando stabilmente dal 1980 al Festival Internazionale dell’Operetta di Trieste, nelle più belle messinscene affidate alla regia di Gino Landi. “Un artista completo, straordinario, con una voce potente e stentorea, che corre nella sala e tra il pubblico lasciando il segno” è la motivazione con cui l’Associazione Internazionale dell’Operetta di Trieste ha scelto di premiare quest’anno il grande attore assegnandogli il Premio Internazionale dell’Operetta XXXII edizione. La cerimonia di consegna della statuetta di Ugo Carà avverrà domani – alle 21 - durante il Gala dell’Operetta, prodotto dall’Associazione nell’ambito di Trieste Estate al Castello di San Giusto.
«Nella mia carriera ho ricevuto diversi riconoscimenti ma devo dire che questo premio mi tocca e mi commuove particolarmente – dice l’attore – perché mi avvicina a un elenco di gente straordinaria e perché rafforza ancora di più il mio legame con Trieste, città che mi è entrata nel cuore così come la sua gente».
A quando risale il suo primo incontro con l’operetta?
«Diciamo che ho conosciuto l’operetta per amore nel senso che, alla fine degli Anni ’70 sono venuto al Teatro Verdi per seguire mia moglie Wendy, dapprima ballerina e poi assistente coreografa di Gino Landi. Qui a Trieste, da spettatore, ho conosciuto un posto assurdo dove si raccontano storie assurde, con i cantanti che recitano e gli attori che cantano, ma quanta felicità ho potuto cogliere stando in mezzo al pubblico, una cosa che mi ha davvero colpito perché non sempre, nel teatro di prosa, c’è un pubblico così ben disposto. E allora ho pensato a come sarebbe stato bello parteciparvi anch’io, desiderio che poi si è realizzato nel 1980 quando mi hanno chiamato per Scugnizza».
Come ha affrontato un genere di spettacolo così diverso dal suo repertorio abituale ?
«Io venivo da una fantastica esperienza musicale precedente che era ‘Aggiungi un posto a tavola’ con Dorelli, Daniela Goggi e la grandissima Bice Valori e mi sembrava di aver raggiunto già un livello altissimo dato il prestigio dei miei partner, però l’orchestra era di sole 15 persone e io cantavo quello che il maestro Trovajoli aveva appositamente scritto per me. Arrivare al Teatro Verdi di Trieste e trovare una grande orchestra, coro e corpo di ballo mi aveva messo in una dimensione completamente nuova e diversa, anche insidiosa se consideriamo il rischio concreto di non andare musicalmente a tempo. Chi mi ha aiutato ad affrontare tutto ciò è stata la grandissima Daniela Mazzucato, questa meravigliosa cantante che quando facevamo i duetti ci prendevamo per mano e lei, stringendomela, mi faceva capire il tempo giusto e di questo le sarò grato per tutta la vita. Da una collaborazione di mutuo soccorso, nel tempo con Daniela si è creata veramente una profonda intesa e, in seguito, anche con suo marito Max René Cosotti che io chiamo il mio ‘acerrimo amico’».
Tra i tanti, c’è qualche titolo a cui si sente maggiormente legato?
«Sicuramente la mia prima Scugnizza, poi Parata di Primavera in cui la coppia protagonista è insolitamente formata da comico e soprano anziché soubrette e lo Zingaro barone, dove il buffo è vocalmente un baritono ma che, allora, affidarono a me regalandomi l’opportunità di fare duetti ma anche un sestetto con tutti i cantanti lirici. E se dovessi riassumere tutta questa fantastica avventura direi che a Trieste ho cercato di portare un po’ della serietà del teatro di prosa e, viceversa, a Genova un po’ della leggerezza del teatro musicale»
Altri appuntamenti della rassegna: martedì 10 “Una scontrosa grazia”, mercoledì 11 ”Un’estate mancata”, venerdì 13 “Gala del Musical”, sabato 14 e domenica 15 “Al Cavallino bianco”. Tutti gli spettacoli iniziano alle 21 e sono a pagamento, prenotazione e acquisto biglietti al Ticket Point di Trieste oppure direttamente online sul sito www.biglietteria.ticketpoint-trieste.it Per informazioni www.triesteoperetta.it, info@triesteoperetta.it, tel. 3404738010. —
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