Morto il regista Umberto Lenzi, padre del “poliziottesco”

È morto, all’età di 86 anni, il regista Umberto Lenzi, tra i maggiori esponenti del poliziottesco che è stato un genere italiano tipico degli anni 70, i cui massimi interpreti sono stati Maurizio...
È morto, all’età di 86 anni, il regista Umberto Lenzi, tra i maggiori esponenti del poliziottesco che è stato un genere italiano tipico degli anni 70, i cui massimi interpreti sono stati Maurizio Merli e Tomas Milian. Lenzi ha diretto, in questo ambito, film cult come «Milano odia: la polizia non può sparare», «Roma a mano armata» e «Napoli violenta». Nato a Massa Marittima, firma la sua prima regia cinematografica nel 1961 con la pellicola di cappa e spada «Le avventure di Mary Read». In seguito si dedica alla rilettura dei classici salgariani, girando tra gli altri: «Sandokan», «La tigre di Mompracem» (1963) interpretato da Steve Reeves e «I pirati della Malesia» (1964). Il regista si specializza anche nel giallo all’italiana, inventando un sotto-genere, quello del «giallo erotico italiano». Nei primi anni Settanta gira «Un posto ideale per uccidere» (1971), «Sette orchidee macchiate di rosso» (1972), «Il coltello di ghiaccio» (1972), «Spasmo» (1974) e «Gatti rossi in un labirinto di vetro» (1975). Resta il «poliziottesco» il terreno più fertile per Lenzi che lo incorona come il cineasta più prolifico di questo genere per il quale firma alcune tra le più apprezzate opere del decennio. Con Tomas Milian, il regista inventa anche il personaggio di Er Monnezza, simpatico e furbo ladruncolo borgataro, che appare in «Il trucido e lo sbirro» e «La banda del gobbo».


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