Murakami e il ragazzo prigioniero dei libri

Sembra una prova di fedeltà. Di quelle che vengono chieste dagli innamorati quando nutrrono qualche dubbio sul proprio partner. E sì, perché Einaudi, ormai da due anni, mette alla prova i lettori di Murakami Haruki pubblicando suoi striminziti, costosi racconti in volumi cartonati, abbinandoli ai disegni di qualche autore affermato.
Nel 2014 era toccato al trascurabile “Sonno”, adesso nelle librerie è arrivato “La strana biblioteca”, tradotto da Antonietta Pastore per Einaudi (pagg. 75, euro 15), accompagnata dai disegni di Lorenzo Cecotti. L’autore romano che, firmandosi Lrnz, ha realizzato alcuni bei volumi per Bao Publishing.
E qui bisogna mettere da parte tutto l’amore per Murakami Haruki, che ha regalato ai lettori autentici capolavori come “Tokyo Blues-Norwegian Wood”, “Dance dance dance”, “Kafka sulla spiaggia”, “1Q84”, e trovare il coraggio per dire che non si può sfruttare il nome di un grande autore per operazioni editoriali così smaccatamente commerciali.
Intendiamoci. I disegni di Cecotti sono belli. E il racconto di Murakami può ricordare (con minore felicità narrativa) alcuni tra i suoi libri più riusciti. Anche perché ne “La strana biblioteca” compare una delle figure rituali della narrativa dello scrittore nato a Kyõto. Cioè l’Uomo Pecora, che qui si trova a fare il carceriere di un ragazzino intrappolato dentro una biblioteca dalla sua ansia di sapere come venivano raccolte le tasse ai tempi dell’Impero ottomano.
Il problema è che il vecchio bibliotecario, addetto al prestito dei libri, non ne vuol sapere di affidare al ragazzo volumi così preziosi. Decide di chiuderlo nella cella di un labirinto. L’Uomo Pecora dovrà vegliare su di lui, ma in realtà si rivelerà vittima lui stesso. Dentro un gioco di destini incrociati che finirà per confondere i piani della realtà e dell’inconoscibile. Come sempre accade nelle storie di Murakami.
alemezlo
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