“Napoli-Trieste solo andata” Le due città di Chiara Gily

Micol Brusaferro
Sarà presentato oggi, in diretta social sulla pagina della libreria Ubik, alle 18, “Napoli-Trieste solo andata” (CentoAutori), scritto da Chiara Gily, già autrice di altri cinque libri di successo e popolare blogger de Il Piccolo.
Com’è nata l’idea di questo libro che racchiude le “sue” due città del cuore?
«La trama del romanzo mi “ronzava” in testa da quasi dieci anni – racconta Gily – poco dopo essermi trasferita a Trieste. Più che una storia, ho sentito forte l’esigenza di raccontare un sentimento, quello di chi ha lasciato Napoli, forse anche sbattendo la porta, senza mai, però, dimenticarla e poterne fare a meno. Non è sempre facile mettere nero su bianco certe emozioni e molto probabilmente avevo bisogno di farle sedimentare nel cuore, prima che nella testa. Trieste e Napoli sono più simili di quanto possa sembrare».
Cosa significano per lei Napoli e Trieste?
«Napoli è la città dove sono nata, dove mi sono formata e dove conservo i ricordi più felici della mia vita, perché sono quelli legati alla spensieratezza dell’adolescenza, della mia famiglia che abitava ancora sotto lo stesso tetto, delle amicizie preziose che la lontananza non ha scalfito. Napoli mi ha regalato la capacità di affrontare anche le cose peggiori con una buona dose di leggerezza. Trieste, invece, io l’ho scelta, è stato un colpo di fulmine che dopo tanti anni si è trasformato in un sereno innamoramento. Non mi sono mai stancata di lei, mi piace ancora pensare di poterla scoprire e l’ho sempre vissuta con curiosità, senza mai considerarmi arrivata».
Quanto c’è di Chiara nella protagonista?
«Celeste Napoli è frutto della mia fantasia e non è autobiografico. Le nostre storie sono completamente diverse, ma ho “usato” lei per dar voce ai miei sentimenti. D’altronde non credo sarei capace di scrivere qualcosa che sia troppo lontana da me. Lorenzo Marone, scrittore napoletano che amo particolarmente, mi ha fatto un grande regalo, scrivendomi un pensiero sulla quarta di copertina, dedicandolo proprio alla mia protagonista. Non potevo chiedere di più ed è come se avesse chiuso un cerchio tra Napoli e Trieste, suggellando una storia ad alto tasso di “napoletanità” e “triestinità” che, finalmente, ha visto la luce». –
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