Nel “Rifugio” storie e immagini dei cristiani in Medio Oriente

Domani a Trieste la presentazione del libro di Linda Dorigo e Andrea Miluzzi un viaggio di tre anni fra i Paesi in prima linea, dall’Iran ai Territori Palestinesi
Di Giovanni Tomasin
Deir Abu Hennis, Egypt. Dancing in front of the bride's house. August 2011
Deir Abu Hennis, Egypt. Dancing in front of the bride's house. August 2011

TRIESTE. A volte indagare il punto di vista di una parte consente di comprendere meglio la totalità. È l'effetto ottenuto "Rifugio", il libro della fotogiornalista Linda Dorigo e del giornalista Andrea Miluzzi che verrà presentato domani alle 18.30 Caffè San Marco: indagando le storie delle comunità cristiane del Medio Oriente, il volume dei giovani reporter incrina l'immagine troppo spesso stereotipata che in Europa si ha di quell'area. Il volume è stato pubblicato nel giugno scorso in inglese e tedesco dalla casa editrice Schilt Publishing House&Gallery, fra le più importanti al mondo per la produzione di libri fotografici e di arte. "Rifugio" è composto da un'alternanza di testi e grandi immagini in bianco e nero. Nelle 73 fotografie si alternano scene di vita quotidiana, l'intimità di una famiglia o di un pellegrinaggio, paesaggi e chiese degli albori del cristianesimo, immagini di soldati, milizie cristiane siriane e teatri di scontri.

In tre anni e mezzo, a partire dall'estate 2011, i due autori hanno viaggiato in Iran, Iraq, Turchia, Egitto, Israele e Territori Palestinesi, Giordania, Siria e Libano, dove hanno vissuto - a Beirut - i mesi necessari a completare "Rifugio". Il tutto in un periodo durante il quale il Medio Oriente e il mondo hanno affrontato cambiamenti epocali. Racconta Dorigo: «La passione per quell'area è nata dal mio primo viaggio in Iran. Da allora il Medio Oriente è diventato per me un'area in cui mi sento a casa, dove non finire mai di sviscerare, capire. Non è un rapporto semplice, non bastano pochi viaggi per penetrare quei luoghi». Lo spirito di "Rifugio" è «rovesciare l'approccio in vigore oggi nei media, quello del mordi e fuggi»: «Nel dicembre del 2010 ci fu un attentato ai danni dei cristiani ad Alessandria d'Egitto. Se ne parlò per due giorni, poi tornò il silenzio. Quell'evento fu la molla che spinse me ed Andrea a raccontare la vita dei cristiani d'Oriente in un modo approfondito, ampio, non fugace».

Ma davvero essere cristiano oggi in quell'area equivale ad essere in stato d'assedio? «Ogni paese ha la sua specificità - spiega Dorigo -. La mia sensazione è questa: parliamo di minoranze che a volte tendono a salvaguardarsi, chiudendosi in enclave. Però i cristiani non sono sul punto di scomparire dal Medio Oriente, questa idea è uno spauracchio che serve a un certo tipo di propaganda». Aggiunge Miluzzi: «Noi abbiamo scelto di indagare i cristiani non come appartenenti a una religione, ma come minoranza sociale. Devo dire che nella stragrande maggioranza dei casi non ci sono contrasti tra musulmani e cristiani, e la distinzione all'interno della popolazione a volte è priva di senso. Le violenze e le ingiustizie in corso dipendono spesso da ragioni ben diverse dalla religione: il termine "scontro di civiltà" non si addice a quello che sta accadendo. Mi sembra più appropriato parlare di scontro di poteri». Ogni paese, precisa il giornalista, ha una sua dinamica: «Le realtà cambiano addirittura da villaggio a villaggio. Lavorare in Medio Oriente ci ha insegnato a guardare la realtà sotto diverse sfaccettature». Ora i due autori stanno lavorando all'edizione italiana: «Cerchiamo uno sponsor e un editore», spiega Miluzzi.

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