Nicolas de Staël, il pittore russo malato di perfezione e di assoluto
la recensione
A volte bastano poche pagine per raccontare un mondo. È il caso di “Tutto deve accadere dentro di te”, l’elegante volumetto dal taglio grafico agile e classico, che racconta in 44 pagine la vita tormentata e l’opera del pittore Nicolas de Staël. Se fosse una ricetta culinaria, il termine sarebbe “qb”: l’avveduto editore, con sede a Pistoia, che ha intitolato la sua maison “via del vento” e la collana cui il libretto appartiene “Iquadernidiviadelvento”, pubblica qui, per la prima volta in lingua italiana, i testi autobiografici scritti dall’artista (Pietroburgo, 1914-Antibes, 1955) in varie lettere, dal ’36, data del suo viaggio in Marocco, al ’38 da Pompei, assieme ad altre citazioni, collocate in postfazione. Testi tratti, a cura del figlio Gustav, da pubblicazioni francesi e fiorentine.
Ne esce l’animo del pittore russo, figlio di un barone baltico e di una pianista, rifugiatisi in Polonia nel ’19 in seguito alla rivoluzione bolscevica. Intenso e fragile, come spesso lo sono gli artisti, struggente e poetico e - come osserva la curatrice Lucetta Frisa, nell’esauriente approfondimento critico che accompagna le lettere - “malato di perfezione e di assoluto”.
Ma la perfezione non è di questo mondo e de Staël si toglierà la vita nel ‘55, gettandosi dalla finestra della sua casa, sembra dopo un incontro senza esiti con un critico d’arte, proprio mentre la sua fama si andava affermano in Europa e negli Stati Uniti. L’ombra lunga della tragedia condetermina una vita particolare: dopo la morte dei genitori Nicolas era vissuto a Bruxelles con le sorelle e vi aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti. In Marocco, dove parte per allargare i propri orizzonti sponsorizzato da un collezionista, al quale si era impegnato a inviare molti dei disegni che avrebbe realizzato in quel viaggio, incontrerà la pittrice Jeannine Guillou, con cui andrà a vivere e dalla quale avrà una figlia. Poi la Legione Straniera, la morte della compagna (per denutrizione!) e il matrimonio, pochi mesi dopo, con Francoise Chapouthon, che gli dette altri 3 figli.
Il fulcro della piccola ma preziosa pubblicazione è però ovviamente rappresentato dall’evoluzione del linguaggio pittorico di de Staël, cui lui aveva dedicato tutta la propria energia: una ricerca raffinata e cromaticamente importante, che costituisce, anche sotto il profilo dell’impaginazione, il cuore di questo romanzo breve, che il suo protagonista, a un passo dalla meta, sceglie di concludere così dolorosamente. Di lui ci restano i colori intensi di Marsiglia, del Marocco e della Francia, accanto alle visioni solari e particolarmente intrise di luce della Sicilia, riuniti in una sintesi progressiva che coinvolge fortemente anche la forma. Il sogno creativo, di cui spesso Nicolas accenna nelle lettere ai genitori si era avverato, ma lui non aveva avuto il coraggio di sostenerlo e di viverlo, forse perché troppo intenso (euro 4, abbonamento annuo ai 3 volumetti della collana euro 10). —
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