Nicolò Giraldi va a passeggio nella lunga “Storia di Trieste”

di PIETRO SPIRITO
È un ricco, corposo “bignami” di storia patria il libro “Storia di Trieste - Dalle origini ai nostri giorni”, pubblicato dalla Biblioteca dell’Immagine (pagg. 324) inserito nella collana “Storie delle città” diretta da Paolo Scandaletti e firmato da Nicolò Giraldi. Il libro è da oggi nelle edicole al prezzo di 9,50 euro più il prezzo del quotidiano.
Camminatore e pubblicista già autore di un fortunato “La Grande guerra a piedi”, innamorato della sua città («qui ho studiato, qui mi sono innamorato, qui è il luogo dove ho tanti affetti - non tutti») nella quale è tornato dopo due anni di permanenza londinese, Nicolò Giraldi ha compilato questa storia della città con la curiosità del viaggiatore, o del turista, che vuole sapere qualcosa di più del posto in cui vive o transita. Se poi quel posto è Trieste, «uno spazio strano difficile e sì, a volte insopportabile perché non al passo con i tempi», luogo, va da sè, «che racchiude tutte le contraddizioni possibili», allora può succedere di avere una certa difficoltà a capire la città. Ma, rassicura Giraldi, «non preoccupatevi, è abbastanza normale, capita a tutti».
E dunque, forte di questa consapevolezza, Giraldi si appoggia a una buona mole di fonti bibliografiche, e non solo, per compilare una mappa quanto più possibile chiara e articolata di quel guazzabuglio che è la storia antica e recente di questa piccola marca di confine, inserendo microstorie nelle grandi storie, personaggi minori accanto a grandi personaggi e insomma componendo i tasselli di un mosaico che, se non offre nuove visioni né particolari intuizioni («lungi dal sottoscritto - nota l’autore - di avere l’incoscienza di “riscrivere” i suoi aspetti storici») di sicuro offre una corroborante e rinfrescante passeggiata tra le effemeridi cittadine, portando così a buon fine il compito richiesto.
Si comincia, ovviamente, dai castellieri, in un’era che di tracce ne ha lasciate «pochissime, anche se non del tutto assenti», e di cui si è occupato soprattutto Carlo de Marchesetti, archeologo, paleontologo e botanico che diede un contributo findamentale alle prime indagini sulla preistoria e protostoria sia della Venezia Giulia che dell'Istria, e del quale giustamente Giraldi propone un’ampia nota biografica. Da qui si passa alla Tergeste romana, con l’elenco delle «personalità più in vista», da Lucio Fabio Severo a Quinto Petronio Modesto, sottolineando il fatto che «la Tergeste romana era di fatto una città che per posizione geografica aveva un ruolo non certamente secondario».
Seguendo un rigoroso ordine cronologico, la passeggiata nel tempo si snoda pagina dopo pagina attraverso i secoli. L’autore, con grande equilibrio, si accompagna ai maggiori storici e studiosi, in un racconto denso di informazioni, date, aneddoti, passando dalla dedizione agli Asburgo al periodo della Riforma e Controriforma con un “focus” particolare sulle figure di Antonio Bonomo e Primo. ž Tubar. E avanti fino all’Ottocento e all’epoca che precede la Grande guerra, «periodo durante il quale la società europea vive la calma prima del disastro», quiete «rappresentata dalla Belle Èpoque».
Da qui il racconto procede avanti negli anni cupi del conflitto, con i «Triestini dimenticati» (quelli spediti sul fronte orientale) e ancora con narrazione semplice e puntuale fino ai nostri giorni, alternando la cronologia a capitoli tematici che riguardano al stampa triestina, la letteratura, l’arte e la musica, lo sport e il cibo. Insomma un corposo riassunto con il quale l’autore trasmette al lettore quella stessa curiosità e voglia di capire che lo ha spinto ad avventurarsi tra i grandi e piccoli fatti del passato.
«La storia di Trieste che ho cercato di raccontarvi - nota Giraldi in conclusione - (...) certamente non possiede una carattere storiografico ed accademico (...). Ho cercato di mettere insieme i pezzi di un mosaico cittadino unico nel suo genere, realizzatosi negli oltre duemila anni trascorsi dai primi insediamenti ad oggi attraverso una romanità ancora oggi visibile, un medioevo complesso e rinchiuso all’interno della città murata, decisioni prese dall’esterno per lo sviluppo dell’emporio in epoca moderna, un’epoca contemporanea, a cavallo tra le due guerre, capace di dar vita a contrasti, antagonismi, violenze e crimini che qui sono stati più duri che da altre parti».
@p_spirito
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo