“Notre Dame de Paris” al Teatro Rossetti di Trieste con Setti, Di Tonno e Lola Ponce

TRIESTE Notre Dame de Paris compie 20 anni e festeggia questo traguardo con un tour che riporta in scena il cast originale dell’opera moderna creata da Riccardo Cocciante, con le liriche di Luc Palmondon, e la versione italiana di Pasquale Panella. È questo il regalo che lo show che ha battuto ogni record in Italia fa ai suoi fan, ritornando in una delle città che per prime hanno apprezzato e applaudito la sua unicità, Trieste, all’interno del Politeama Rossetti, un teatro in grado di contenere la maestosità dell’allestimento. Da mercoledì sera (e fino al 20 dicembre) si tornerà quindi al “tempo delle cattedrali”, con un accompagnatore d’eccezione, come il Gringoire di Matteo Setti.
Che effetto fa aprire questo spettacolo dopo tutti questi anni? «Quando abbiamo debuttato - racconta - non sapevamo come avrebbe reagito il pubblico e se lo spettacolo sarebbe piaciuto. Oggi quando sto per entrare in scena mi sento come se stessi entrando a casa mia ma, come per le prime repliche, permane il dubbio riguardo all’essere all’altezza di quello che si sta facendo. So cosa devo fare e quello che ci si aspetta da me, ma ogni volta mi riscaldo con attenzione e vedo di dare il massimo al pubblico che riempie le sale per noi, facendoci ancora registrare dei sold out».
Insieme al poeta Gringoire, ci sarà anche Lola Ponce che si è da subito dichiarata «felicissima di tornare in Italia, il paese dei suoi avi», pronta a interpretare la zingara Esmeralda, innamorata dell’affascinante Febo di Graziano Galatone, ma desiderata dal perfido Frollo di Vittorio Matteucci. Nella Parigi del 1482 ci sono anche Fiordaliso, fidanzata di Febo, interpretata da Tania Tuccinardi e l’amico di Esmeralda, Clopin, affidato a Leonardo Di Minno. Personaggi ormai “di casa” per il pubblico italiano che non perde occasione per andare a tributare loro il suo grande affetto. Non mancherà, in questa edizione speciale, il gobbo Quasimodo, che si nasconde tra le statue della Cattedrale e che è segretamente innamorato da Esmeralda. Un amore difficile, impossibile, che ogni sera strappa qualche lacrima al pubblico grazie all’interpretazione di Giò Di Tonno.
Due decenni uno nei panni dell’altro. Ma Di Tonno cosa porta in sé di Quasimodo e cosa pensa di avergli dato? «Lui a me ha dato credibilità artistica - risponde -. Avevo fatto delle cose prima ma lui mi ha offerto delle possibilità diverse. Io a lui invece continuo a dare dignità portandolo in scena ogni sera con grande attenzione, garbo e tatto. Ai suoi tempi c’era il medioevo e per creature con fisicità diverse così come per molte altre persone con uno sguardo sbagliato era facile finire sul rogo. Oggi invece piuttosto che in pasto alle fiamme rischiamo tutti di finire bruciati vivi nei social media, ma Quasimodo da sempre rappresenta i tanti che non hanno voce».
L’ultima volta che il cast ha fatto tappa a Trieste era il 2020, a poche settimane dal primo lockdown. «Sto osservando ormai da tempo la reazione del pubblico post pandemia - conclude Di Tonno - che si traduce in una partecipazione molto sentita per molti eventi del settore live. Ci stavano aspettando, e per noi è sempre un piacere lavorare per uno spettacolo così grande. Quello che molti desiderano è l’opportunità di divertirsi, guardando qualcosa di autentico, bello e puro, e per noi è diventata una missione quella di offrire loro la positività che tutti cercano».
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