Oggi Corrado “lo scognomato” avrebbe compiuto novant’anni
ROMA. La televisione l'ha vista nascere, l'ha attraversata, l'ha modellata con il suo garbo e la sua ironia mai sprezzante. Ha lasciato un'impronta indelebile che a 15 anni dalla sua morte, avvenuta l'8 giugno del 1999, ancora non accenna a svanire. Corrado Mantoni, che da subito abbandonò il cognome per essere solo Corrado, uno di famiglia (e da qui il soprannome che Totò coniò per lui: lo «scognomato»), oggi avrebbe compiuto 90 anni. Nell'immaginario collettivo il suo sorriso, la sua eleganza naturale, la sua aria sorniona, marchio di fabbrica del suo modo di rapportarsi al pubblico, rimangono legate a trasmissioni diventate cult del piccolo schermo: su tutte la “Corrida”, nata in radio tra fischi e campanacci negli anni Sessanta e poi portata in tv ancora ai giorni nostri tra alterne fortune, e “Il pranzo è servito”, la striscia quotidiana a quiz, che andava in onda all'ora di pranzo.
Ma Corrado prima di approdare nelle televisione appena nata, negli anni Cinquanta, aveva già alle spalle un'esperienza in radio: speaker del radiogiornale in tempo di guerra, annunciò lui la fine della seconda guerra mondiale e la vittoria referendaria della repubblica sulla monarchia, “voce amica” dei militari nel dopoguerra con le trasmissioni per le Forze Armate (Radio Naja), inventando una nuova maniera di fare radio, coinvolgente e confidenziale. Fu poi colonna dell'intrattenimento radiofonico Rai con programmi di successo come “Corrado fermo posta”, “Corrado otto e mezzo”, “Rosso e nero”, che poi portò anche in tv. Con l'avvento del piccolo schermo, fu uno dei quattro moschettieri, insieme a Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Pippo Baudo a tenere a battesimo le prime trasmissioni sperimentali della televisione italiana.
Riproduzione riservata © Il Piccolo