“Open”: arte e luce a Trieste per abbattere i confini della mente

Al Magazzino 26 una mostra con oltre cento opere per raccontare, tra denuncia e speranza, il tema del confine nella Mitteleuropa. Esposti anche inediti di Spacal e Music

Francesca Schillaci

Il tema del confine interessa sempre più da vicino la storia contemporanea dell’Europa, che inevitabilmente apre varchi di riflessione anche nel mondo dell’arte, portando la creazione di nuovi linguaggi e nuove letture. Lo sguardo sugli attuali conflitti e sulle tragedie che si perpetuano nella storia, chiama in raccolta le arti contemporanee che permeano il tessuto sociale e artistico della Mitteleuropa, e Trieste è la terra madre che ne accoglie le voci.

Nasce così “Open: confini di luce per un mondo di pace”, la rassegna che ospita sette artisti provenienti da tutta la regione del Friuli Venezia Giulia con oltre cento opere create appositamente per l’occasione e sarà inaugurata nel pomeriggio di oggi alle 18 nella sala Sbisà del Magazzino 26, nel Porto Vecchio di Trieste.

La mostra è curata dall’architetto Marianna Accerboni e sarà visitabile fino al 13 luglio (giovedì e venerdì dalle 17-20 e sabato e domenica dalle 11-21). L’evento è promosso dal Comune di Trieste e si inserisce all’interno del programma Go! 2025 & Friends di GO! 2025 – Gorizia e Nova Gorica Capitale europea della cultura. «È con questi eventi che si può aprire la mente alla conoscenza – spiega Giorgio Rossi, assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo – e per combattere l’ignoranza e la disattenzione abbiamo bisogno degli artisti. Con questa rassegna avete realizzato un ponte di luce con la vostra arte».

Il progetto si basa sulla volontà di esporre artisti friulani, triestini e transfrontalieri per comunicare un messaggio di alleanza culturale attraverso la potenza dell’arte, che nella sua evocazione combatte stereotipi di disuguaglianza per unire invece gli stessi intenti in un linguaggio di pace. Il tema del confine viene ampiamente indagato dalle voci protagoniste dell’esposizione, tutte portatrici di tecniche e esperienze accademiche tra le più diverse. Paolo Cervi Kervischer, maestro d’arte e artista triestino racconta la nostra contemporaneità nella sua decadenza attraverso le opere tridimensionali “Le erme del disonore e della viltà”, i dipinti “Le muse” e “Iridium”, tutte rappresentate da una forte componente cromatica e dal tratto espressionista. Dal Friuli, Toni Zanussi addentra i fruitori in uno spazio surreale e onirico, dove le sue “Cosmogonie” ricordano l’impegno dell’artista verso i diritti sociali degli emarginati, in esplosioni di luce dall’arancione al blu mare.

Allo stesso modo, anche il friulano Claudio Mario Feruglio espone i suoi paesaggi ultraterreni che spingono lo sguardo oltre all’orizzonte di ogni frontiera, per allenarlo alla libertà dell’altro e all’ascolto di sé.

Ad ampliare questa prospettiva è l’artista della comunità slovena di Trieste Jasna Merkù, che crea lei stessa la carta sulla quale dipinge universi in trasformazione, simbolo di un intelletto poliedrico, aperto a sempre nuove possibilità.

Il friulano Carlo Vidoni, invece, con sculture in legno e ferro denuncia la tragedia della guerra, creando un’arte concettuale che obbliga ogni sguardo a soffermarsi sulla drammaticità della storia, rappresentata da mappe scolpite nel ferro e appese con dei ganci da macellaio per indicare tutte le zone del mondo dove, ancora, dilagano scontri, sangue e morte. Ad ampliare l’impatto evocativo di tutta la rassegna, sono state scelte le opere più rare e finora quasi mai esposte degli artisti Zoran Music e Luigi Spacal: entrambi sono grandi testimonianze della violenza del Novecento, ma in questa mostra è possibile accedere ai loro lavori che celebrano la vita, come i disegni su Gorizia di Music e il notturno di Spacal, opere rarissime scelte dalla collezione di Lia e Maurizio Zanei. Tutta l’iniziativa è anche un progetto espositivo multimediale che ingloba l’arte visiva, la musica con le colonne sonore di Silvio Donati, la proiezione video con le biografie di tutti gli artisti in mostra e un importante calendario di eventi collaterali che coinvolgeranno voci nazionali sul tema del confine, come gli scrittori Diego Marani e Pietro Spirito. «L’obiettivo di questa mostra – spiega Accerboni – è imprimere la pace e abbattere i confini della mente attraverso la forza rivelatrice dei più importanti artisti della nostra parte di Mitteleuropa».

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