Oriana Fallaci l’ultima giornalista che ha lottato per la sua libertà
Tutto si potrebbe dire di Oriana Fallaci, ma non che non fosse una donna libera. Della libertà di pensiero la giornalista toscana, scomparsa nel 2006 all'età di 77 anni, aveva fatto da sempre una bandiera, in particolare negli ultimi anni di vita, anche a costo di risultare politicamente scorretta e talora persino urticante, per esempio in alcuni sui interventi sull'Islam (specialmente all'indomani degli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001), ma anche sulla politica italiana e mondiale.
Non appare quindi casuale la scelta di Paolo Mieli di assumere la figura della Fallaci come emblematica per sviluppare una riflessione sulla libertà di espressione nel giornalismo, ieri pomeriggio, al Teatro Verdi di Pordenone. L'ex direttore del "Corriere della Sera" lo ha fatto in una prospettiva storica, partendo dalle prime rudimentali "gazzette" del XVII secolo per arrivare agli attuali "new media". Una lezione, quella proposta da Mieli, attorno ai casi più significativi che nel tempo hanno investito la libertà di stampa.
«Oriana Fallaci è stata senz’altro la giornalista italiana del '900 più nota nel mondo», ha detto Mieli. Il quale ha continuato: «Lei si è trovata al crocevia di una serie di episodi nevralgici legati alla libertà di espressione giornalistica, situazioni che hanno suscitato interrogativi tuttora vitali. Oggi riduciamo tutto al tema delle "fake news", ma ci sono questioni ben più sottili che attengono al dovere del giornalista: innanzitutto, come affrontare il rischio, quello proprio e quello degli altri? Perché a volte dare notizie può significare compromettere la vita (propria o altrui): quindi, qual è il confine, quali i criteri deontologici e come li affrontano e risolvono le nostre leggi?».
Mieli ha rievocato poi il suo rapporto personale con la Fallaci: «Da direttore del "Corriere della Sera", negli anni '90 e poi dal 2004 (quando tornai a dirigere il quotidiano di Via Solferino), ho avuto il piacere e l'onore di ospitare i suoi pezzi, anche se non era facile a volte, perché non accettava tagli agli articoli che consegnava, spesso molto lunghi. Presto nacque però tra noi un rapporto di autentica amicizia». Qual è la lezione che Oriana Fallaci può trasmettere al giornalismo di oggi? «I valori della professionalità e la verifica delle informazioni. Temo tuttavia che un giornalismo come il suo non sia più molto praticabile». —
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