Papà e figlio davanti alla morte il film sussurrato di Pasolini

Italian filmmaker Uberto Pasolini (R), British actor James Norton (L) and actor Daniel Lamont (C) arrive for the premiere of 'Nowhere Special' during the 77th annual Venice International Film Festival, in Venice, Italy, 10 September 2020. The movie is presented in Orizzonti section at the festival running from 02 September to 12 September. ANSA/ETTORE FERRARI
Italian filmmaker Uberto Pasolini (R), British actor James Norton (L) and actor Daniel Lamont (C) arrive for the premiere of 'Nowhere Special' during the 77th annual Venice International Film Festival, in Venice, Italy, 10 September 2020. The movie is presented in Orizzonti section at the festival running from 02 September to 12 September. ANSA/ETTORE FERRARI

Elisa Grando / Venezia

In una Mostra che ha riflettuto molto sulla paternità, da quella ingombrante del padre del socialismo in “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli a quella mancata di “Pieces of a Woman” di Kornél Mundruczó, fino al “Padrenostro” di Claudio Noce, arriva in concorso nella sezione Orizzonti forse il padre più indimenticabile di Venezia 77. È il protagonista di “Nowhere Special” di Uberto Pasolini, regista e produttore italiano che vive e lavora da quarant’anni in Gran Bretagna. Anche questa sua terza prova dietro la macchina da presa, dopo “Still Life”, premiato per la regia proprio a Venezia nel 2013, è girata in inglese e ambientata nell’Irlanda del Nord. La vicenda del film, che uscirà nei prossimi mesi distribuito da Lucky Red, è ispirata a una storia vera: quella di un padre solo che, scoprendosi malato terminale, trascorre gli ultimi mesi a cercare la famiglia adatta alla quale affidare il figlio dopo la sua morte. Sullo schermo lo interpreta il bravo attore britannico James Norton, il John Brooke di “Piccole donne” di Greta Gerwig e protagonista della serie “McMafia” (oltre che dato dai gossip come prossimo candidato al ruolo di James Bond anche se, smentisce, «non è vero, sono solo speculazioni della stampa»).

Qui lo attende però il suo ruolo più delicato in assoluto: il trentaquattrenne John è un lavavetri che si occupa con amore del figlio Michael, quattro anni (il sorprendente Daniel Lamont). La madre li ha lasciati quando il piccolo aveva sei mesi, non hanno altri parenti. Quando capisce di avere pochi mesi di vita, insieme all’assistente sociale John comincia a far visita alle famiglie che si sono proposte come affidatarie. Nessuna sembra giusta, perché l’uomo rifiuta il destino di doversi separare dal figlio, e non sa come metterlo di fronte alla crudeltà della morte. La loro piccola grande epopea quotidiana è raccontata da Pasolini in sottrazione, con un film asciuttissimo e realista, libero dalla retorica ma ricco di momenti toccanti. «Amo i film sussurrati», ha detto Pasolini. «Temo che i momenti di emotività forte e immediata si consumino nella sala e non entrino sotto pelle nello spettatore». Anche “Still Life” era una storia che parlava di morte, «perché la morte dà significato alla vita. Ma “Nowhere Special” è soprattutto un film sull’essere genitore, il mestiere più difficile del mondo». —

Riproduzione riservata © Il Piccolo