Pasolini e i “giorni atroci” dell’autocensura su “Ragazzi di vita”

UDINE. In occasione della messa in scena in regione dello spettacolo “Ragazzi di vita” di Massimo Popolizio, con Lino Guanciale, il Centro Studi Pasolini di Casarsa presenta il volume di Silvia De Laude “I due Pasolini. Ragazzi di vita prima della censura” (Carocci, 2018): oggi al Teatro Giovanni da Udine, alle 17.30, con un dialogo fra l’autrice e il giornalista Paolo Medeossi. E giovedì, alle 18, nel teatro Verdi di Pordenone, dove con Silvia De Laude dialogheranno la docente Lisa Gasparotto e l’attore Lino Guanciale.

Il 13 aprile 1955 Pasolini invia a Livio Garzanti il dattiloscritto di “Ragazzi di vita”. Crede di aver chiuso i conti con quel romanzo che aveva tanto faticato a prendere una forma e si riserva di apportare giusto qualche minimo intervento. Non andrà così. Troppe parolacce, troppa violenza, troppe situazioni spinte. Troppe bestemmie. Troppe pagine che sembravano fatte apposta per portare dritti in tribunale. Garzanti dà un ultimatum: o il romanzo si taglia e si corregge, o non si fa. Lo studio di De Laude, racconta la storia dei «giorni atroci» dell’autocensura. Poi il processo, con le testimonianze a favore di intellettuali di punta, e l’assoluzione. —

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