Patty Pravo, una vita ribelle in musica
Einaudi Stile Libero pubblica la sorprendente autobiografia della cantante

«Mi chiamo Nicoletta Strambelli, e sono nata a Venezia il 9 aprile del 1948. Quand’ero bambina, se combinavo qualche guaio, ci scherzavano tutti, su questa cosa. Nicoletta ha fatto un quarantotto, dicevano. Nicoletta è un quarantotto. E c’era del vero, non si può negare: la ribellione, la rivolta, sono cose che ho sempre sentito mie»: parole di
Patty Pravo
nella sua autobiografia
«La cambio io la vita che… Tutta la mia storia» (Einaudi Stile Libero Extra, pagg. 170, Euro 17,50)
.
L’artista si racconta, dall’infanzia a Dorsoduro con i nonni: «C’erano gli odori, la gente, il dialetto, le gondole silenziose, il vento che sapeva di sale (...). Mi manca ancora adesso, quella Venezia lì. Se penso com’è diventata vorrei morire».
E poi l’adolescenza turbolenta - «Ho sempre pensato che se non si è anarchici da ragazzini c’è qualcosa di sbagliato» - in cui la musica è già in primo piano: fino a quindici anni è convinta che sarebbe diventata direttrice d’orchestra o pianista. Ma intanto consuma i dischi di Nina Simone e al conservatorio suona lo swing e il blues di nascosto. Frequenta Peggy Guggenheim e passeggia con Ezra Pound: «Da lui ho imparato il silenzio». La svolta arriva con il Piper, storico locale beat a Roma, creato da Alberigo Crocetta. All’ingresso Gianni Boncompagni e Renzo Arbore, assieme a Luigi Tenco sono i primi a notare la Strambelli: «Guardate quella ragazza bionda. Guardate come si muove». Ha 17 anni ed è convinta che la sua bellezza sia un dono, un’aura con cui «brillare di ciò che si ha». Sul palco si trova subito a suo agio e diventa la cantante beat per eccellenza, il singolo «Ragazzo Triste» spopola: «Ero giovane, bella e avevo il mondo in mano». È l’inizio di un successo inarrestabile, con hit come “La bambola”: «Questa canzone sarà la mia rovina», pensa, e invece vende 40 milioni di copie, una delle canzoni italiane più vendute di tutti i tempi. Incontri e amicizie celebri come Jimi Hendrix con cui va in giro per Roma in Cinquecento o Mick Jagger; amori e matrimoni (ad un certo punto teme di essere bigama ma l’avvocato le ricorda che: «Anche il matrimonio con Paul Martinez era valido, per cui in effetti non ero bigama ma trigama»), i soldi: «Non ho mai avuto un buon rapporto con le finanze. (...) Forse perché ne ho avuti sempre troppi». Addirittura qualche giorno a Rebibbia nel 1992 («Con Vasco, anni dopo, avremmo confrontato i nostri passaggi in carcere con affetto e divertimento»). E poi i viaggi, le fughe dall’Italia e a volte dalle note, ma «la musica non è qualcosa che metti e togli, che infili in un cassetto e poi tiri fuori quando serve».
Secondo i discografici Patty Pravo è la terza artista italiana di sempre quanto a dischi venduti nel mondo con 110 milioni di copie: forse una delle ultime dive della musica made in Italy.
Elisa Russo
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