Quando depistò tutti per sposare Iman a Firenze

In principio fu Angie. Modella, attrice, musicista, Mary Angela Barnett fu la prima moglie di David Bowie, i cui amori sono famosi quasi quanto i suoi brani. Il matrimonio durò appena quattro anni: «Ci sposammo perchè lei voleva un permesso di lavoro in Inghilterra, il che non è certo una buona base per un matrimonio», raccontò Bowie.
Nel 1992 percorse di nuovo la navata, questa volta con la top model Iman Abdulmajid, di sangue somalo, figlia di un ambasciatore. Fu la volta giusta, tanto che il matrimonio è durato fino alla morte della rockstar. E quelle furono nozze con depistaggio, come ha ricordato ieri il figlio regista Duncan Jones. La coppia infatti, annunciando che si sarebbe sposata ai Caraibi, in realtà era arrivata in gran segreto a Firenze. Iman, vestita di bianco, era splendida. Il Duca Bianco indossava un tight. Quattrocento gli invitati.
Tra i due matrimoni, una carrellata di eccessi e di amanti, veri o presunti, che vanno da Elizabeth Taylor a Bianca Jagger, Marianne Faithfull, Ola Hudson, mamma del chitarrista Slash dei Guns ’N Roses, e Susan Sarandon.
Nel 1983, Bowie incontrò la protagonista di “Thelma e Louise” Susan Sarandon sul set di “Miriam si sveglia a mezzanotte” e i due iniziarono una storia «breve ma intensa». Di lui Amanda Lear, anche lei accreditata come fidanzata, disse «è l’unico uomo con cui sono andata a letto più truccato di me».
Ma per il letto di Bowie non passarono solo donne. Il gossip inserisce anche Iggy Pop e Mick Jagger. Tanto che, si dice, fu Angie Barnett a sorprendere Bowie e il leader dei Rolling Stones nudi in camera da letto.
La questione della bisessualità di Bowie, comunque, è abbastanza controversa. Alla fine del 1964, la futura rockstar non aveva problemi a dichiararsi gay. Ma in quel periodo ebbe una lunga storia d’amoree con una ragazza, Dana Gillespie. Al 1972 risale la “scandalosa” intervista rilasciata al “Melody Maker” in cui affermava: «Sono gay, lo sono sempre stato anche quando ero solo David Jones». Ma nel 1976 chiarì a “Playboy”: «Era solo una bugia». Per smentirsi nel 1978: «Sì, sono bisessuale», e cambiare ancora idea nel 1983: «Che errore rilasciare quelle dichiarazioni».
Nel 1993, la versione definitiva dettata a “Rolling Stones”: «Non mi sono mai sentito un vero bisessuale, ma ero magnetizzato dalla scena gay underground».
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