Quando il profumo usciva da un teschio o da una pistola
A Palazzo Mocenigo di Venezia 180 singolari boccette dall’antico Egitto ai giorni nostri della collezione Drom

«Prenditi degli aromi, della resina, della conchiglia odorosa, del galbano, degli aromi, con incenso puro, in dosi uguali; e ne farai un profumo composto secondo l’arte del profumiere, salato, puro, santo…». È Dio a parlare e a dettare nel Libro dell’Esodo gli ingredienti del “primo” profumo della storia.
Se persino la Bibbia ha voluto testimoniare i segreti dell’arte profumiera, si può dire che il profumo accompagni da sempre la storia e la cultura dell’umanità. A confermarlo documenti e reperti che ci raccontano come da quasi 7.000 anni le diverse civiltà in ogni luogo della terra abbiano utilizzato le essenze e i profumi per usi sacri o profani: gli antichi egizi ad esempio usavano gli aromi per favorire l’elevazione dell’anima, i greci per profumare l’atmosfera e il corpo, i romani per onorare gli dei e celebrare matrimoni e funerali.
Si pensi che il profumo più utilizzato dai faraoni e dalle loro consorti era il Kyphi, formato da più di 50 essenze, di cui Plutarco raccontò gli straordinari poteri di «favorire il sonno e i bei sogni, rilassare, spazzare via le preoccupazioni quotidiane, dare un senso di pace».
A scoprire tutti i segreti del profumo, ma soprattutto degli oggetti, sacri e profani, che lo hanno contenuto per i vari usi nel corso dei secoli ci ha pensato il Museo del Tessuto e del Costume di Palazzo Mocenigo a Venezia, che da alcuni anni ha dato vita a una sezione dedicata al profumo. Fino al primo ottobre nei saloni del celebre palazzo veneziano è visitabile un’interessante mostra intitolata “Cabinet of Curiosities”, una sorta di wunderkammer olfattiva dedicata ai contenitori rari, strani e preziosi del profumo nel corso della storia, realizzata in collaborazione con Mavive Parfums e la nota casa essenziera tedesca Drom fragrances, proprietaria di una straordinaria collezione di contenitori per profumi di oltre 3000 pezzi, alcuni risalenti a più di 6000 anni fa.
«Si tratta di una mostra multisensoriale, – spiega la curatrice Gergana von Heyking - poiché il visitatore è invitato a toccare e annusare essenze e profumi appositamente creati per accompagnare il percorso espositivo. Sono 180 i flaconi proposti, che offrono un campionario davvero singolare di oggetti bizzarri e misteriosi ispirati nelle forme alla storia, alla natura, alla scienza e all’arte, realizzati con materiali pregiati, come l’oro e l’argento o con elementi naturali come corazze di animali marini, piante e cortecce. La famiglia Storp, fondatrice nel 1911 a Monaco di Baviera della Drom, ha raccolto con passione per generazioni una collezione unica nel mondo di flaconi e contenitori per profumi in parte visibili in questa mostra».
L’esposizione divisa in tre sezioni – Naturalia, Artificialia e Mirabilia – è dunque un piccolo viaggio alla scoperta degli oggetti sacri e profani dedicati al piacere olfattivo. Ecco allora in Naturalia prevalere contenitori ispirati ai fiori e alla botanica, che richiamano conchiglie, fossili, animali, uccelli e insetti, come la “Scatola di Noce” costruita con veri gusci di noci, oro, vetro e tessuto dorato nell’Olanda del tardo ‘700 o “Il flacone a coccodrillo”, pregevole monile dei primi del ‘900 in argento e granate o ancora il “Flacone ad anello” creato in Inghilterra con il guscio madreperlato dei mitili o l’antico “Recipiente per unzione” (Egitto, 300 a.C.) in ceramica nera a forma di porcospino.
“Artificialia” propone invece oggetti in cui l’aspetto scientifico si traduce in piccole opere d’arte, come telescopi, mappamondi, monete e altre curiosità. Tra gli oggetti più rari un “Flacone prospettico” costruito in Germania nel 1840 in cristallo e argento dorato a forma d’anello con inserito un binocolo da teatro estensibile (tipico oggetto da borsetta del periodo Biedermeier) o ancora il “Flacone a pistola” in vetro e argento costruito in Germania nel tardo ‘800 con acciarino incorporato.
Nella sezione “Mirabilia” infine sono proposti oggetti “miracolosi” e stranezze da collezionista come il “Pomander memento mori pendant”, monile in argento del 16°-17° secolo a forma di teschio dalle cui fosse oculari e cavità nasali aperte si diffondevano le fragranze o come “l’Orsacchiotto Schuco con flacone” realizzato negli Stati Uniti nel 1927 o ancora i bellissimi e preziosi flaconi gioiello tempestati di pietre preziose, oro e smalti.
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