Quella poesia di Neruda non è politicamente corretta

«Non ci sono più le primavere di una volta», si sente dire quasi ogni anno. Provate un po’ a spiegarlo a quelli che soffrono di allergie. Per quest'anno però la cosa è abbastanza vera visto che la primavera è arrivata il 20 marzo e non il 21, grazie all'anno bisestile e agli errori di calcolo nel calendario gregoriano. Sì, ci dovevano essere i tecnici anche quella volta. Equinozi e solstizi sono due concetti che non ho mai afferrato completamente. A scuola quando sentivo dire equinozio pensavo a uno che stava dormendo su un cavallo. Poi ho scoperto che vuol dire che la notte e il giorno si equivalgono. E pensate un po' che durante l'equinozio un osservatore posto all'equatore vedrebbe il sole perfettamente allo zenith. Immagino che questo osservatore mandato annualmente all'equatore venga scelto tra gli esodati.
Sondaggio di primavera
Dicevamo che anche se le primavere stessero cambiando è certo che le allergie rimarrebbero, forse peggiorerebbero. È un po’ come in politica: non è vero che bisogna che tutto cambi perché tutto rimanga come prima; di solito bisogna che tutto cambi perché si possano apportare i dovuti peggioramenti. E non è una mia malignità. Lo pensa il 70 per cento degli italiani secondo un sondaggio che ho fatto io tra dieci persone fermate in strada con la scusa di un malore. Sì, i sondaggi li faccio così. Mi butto a terra e quando qualcuno arriva a soccorrermi dico: "Posso farle una domanda?" (devo stare attento a rivelare queste mie astuzie, le agenzie di sondaggi potrebbero copiarmi).
La poesia della primavera
La primavera è poesia della natura. Alcuni dei più bei versi in tema sono quelli di Pablo Neruda, che dicono: «Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi». Poche e incantevoli parole. Ma provate a usarle per abbordare una ragazza, di sicuro vi spruzzerebbe lo spray col peperoncino. Ormai ci sono troppi programmi tv sulla cronaca nera. E però anche Neruda poteva essere più chiaro sapendo che la sua poesia era destinata ad arrivare fino ai nostri tempi di politicamente corretto. Intendeva dire che desidera far sbocciare la donna? Ma lei vuole sbocciare o decide tutto sempre l'uomo? E non ci sfugga che qui il maschio sarebbe la più bella stagione dell'anno e la femmina invece un semplice albero. Sarà mica sessismo? Il tutto suona poi un po’ intimidatorio. In autunno il tutto cosa diventerebbe? Vorrei arrampicarmi su di te come su un castagno? Vorrei far cadere le tue foglie e ammirarti nudo tronco? Va bene che la poesia deve alludere, ma ora a noi non ci va più bene. Come farà sbocciare i fiori questo qui? Usa fertilizzanti chimici o naturali? E il tutto rientra nei parametri europei? È vero. Non ci sono più le primavere di una volta.
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