Raphael Gualazzi: «La mia libertà la porto alla Fiera della Musica»

«A cosa mi serve la libertà/ di stampa, di culto, di espressione artistica/ Se il posto in cui vivo/ È solamente una colonia culturale» canta Raphael Gualazzi nel suo ultimo album, nel brano “Libertà”. Interrogato sul tema, così caldo nel dibattito di oggi, il cantautore e pianista di Urbino risponde: «La prima cosa importante è che l’uomo si senta libero dentro di sé».
Apprezzato anche all’estero per il suo stile personale in cui unisce piano, jazz, soul, blues e fusion, vincitore di Sanremo 2011 nella categoria giovani e nello stesso anno secondo all’Eurovision, Gualazzi apre la ventunesima edizione della Fiera della Musica al Centro Sportivo di Azzano Decimo, oggi alle 21. Il cartellone si completa venerdì con Annalisa, cantante lanciata da Amici nel 2010, vista anche all’ultimo Sanremo e sabato arriva l’artista israeliano Asaf Avidan, per l’unica tappa italiana del suo tour estivo in Europa.
Gualazzi, poco prima dello stop imposto dalla pandemia, aveva partecipato a Sanremo 2020 con il brano “Carioca” e aveva lanciato il suo quinto album “Ho un piano”: «Mi sono ritrovato nella stessa situazione di tutti i miei colleghi – racconta – e quello che si è provato a fare è ottimizzare il tempo a disposizione per nuove creazioni, per sviluppare ulteriori skills musicali e compositive. Appena è stato possibile sono tornato subito in studio con due produttori e abbiamo lavorato a un nuovo progetto di cui darò notizie a breve. Ci sono tante cose in cantiere». Nel suo ultimo disco, di produttori ne aveva coinvolti ben cinque, tra i più quotati: «Trovo giusto “assaggiare” quelli che sono i diversi approcci – spiega – sono aperto a tutti i generi, anche alle contaminazioni elettroniche, come ho dimostrato a Sanremo 2014 con il pezzo in collaborazione con The Bloody Beetroots che ha ottenuto la seconda posizione».
Quello di oggi è un ritorno in una zona che gli ha sempre dimostrato affetto: «Ho suonato a Villa Manin l’estate scorsa – ricorda – e negli anni al Politeama Rossetti di Trieste, a Udine, a Grado, a Tarvisio… Sono un fan della cultura friulana e giuliana e ho un sacco di amici da quelle parti. Se penso alla vostra regione mi viene in mente Lelio Luttazzi e poi c’è un bravissimo sassofonista di Pordenone, Francesco Bearzatti: ho avuto il piacere di conoscerlo a Lione e ho apprezzato molto la sua arte, è veramente un grande». Nel tour attuale, Gualazzi sta proponendo due spettacoli diversi, uno solo piano e uno accompagnato da altri musicisti.
«Alla Fiera della Musica – chiarisce – porto un concerto in trio, mi accompagnano Gianluca Nanni alla batteria e Roberto Bartoli al contrabbasso. Oltre ai principali successi (anche del passato), includo musica da film, operistica, riletta in chiave di divertissement musicale, ci sono diverse rivisitazioni anche del repertorio africano e americano». Figlio d’arte (il papà Velio Gualazzi fu fondatore con Ivan Graziani degli Anonima Sound) Raphael è attivo anche nel mondo delle colonne sonore (“Un ragazzo d’oro” di Pupi Avati, il film di animazione “Trash”, la serie Netflix “Summertime”). «In tour – conclude – sto trovando un pubblico molto entusiasta di tornare ad ascoltare la musica dal vivo, sempre con la mascherina e nel rispetto delle regole. Per questioni di sicurezza nei confronti di tutti, in questa fase cerco di evitare il saluto e il contatto diretto dopo i live, c’è maggior urgenza di tutelare la salute che non quella di raccogliere popolarità, gli autografi si tornerà a farli a tempo debito». —
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