Ray Gelato fa ballare il Miela «Sarà Swinging Trieste anni ’50»

«L'abbiamo portato per la prima volta a Trieste proprio all'inizio della sua carriera, negli anni '90, e ora siamo lieti di festeggiare questo anniversario con la platea del Miela riservata al ballo come nella "swinging" Trieste degli anni '50»: gli organizzatori di Bonawentura-Miela Music Live annunciano il ritorno in città di Ray Gelato & The Giants, venerdì alle 21.30. L'artista inglese, padrino dello swing, voce e sax tenore, sarà sul palco con Danny Marsden (tromba), Andy Rogers (trombone), Olly Wilby (sax alto e sax tenore), Gunther Kurmayr (pianoforte), Manuel Alvarez (contrabbasso) e Marti Elias (batteria) in uno show che celebra i 25 anni di carriera della band.
Ray Keith Irwin è legato all'Italia a partire dal nome d'arte che si è scelto, e poi c'è l'album "Wonderful (The Lost italian songbook)" del 2012, in cui canta in italiano (classici come "Via con me", "Torna a Surriento", "Malafemmena", "Ciao Ciao Bambina"): «Quando dovevo scegliere i brani da reinterpretare - spiega - mi ero affidato a un sondaggio sulla mia pagina facebook, chiedendo al pubblico che cosa avrebbe voluto sentire. Negli anni ’90 mi sono appassionato alla musica italiana vintage. I miei preferiti sono Renato Carosone e Fred Buscaglione e ovviamente gli italo americani come Louis Prima e Frank Sinatra. Ma tutto parte da mio papà, americano con origini italiane». Ray, sin dagli anni ’90 ha suonato più volte a Trieste.
«Ricordo la città, un luogo splendido. Mi aveva colpito vedere la gente stesa a prendere il sole direttamente sul lato della strada che costeggia il mare».
Con che spettacolo celebrate 25 anni di The Giants?
«Il nostro live show è divertimento puro, comunicazione, grande musica per tempi difficili, canzoni che rendono le persone felici e spensierate».
Ha suonato al matrimonio di Paul McCartney, due volte per la regina, supportato Robbie Williams alla Royal Albert Hall…Cosa le è rimasto di più?
«Certo è grandioso ricevere questi riconoscimenti ed essere apprezzati anche da grandi artisti come Williams e McCartney. Ma i nostri concerti migliori sono per la gente comune. Al Blue Note, Umbria Jazz, al Ronnie Scott's di Londra... Ogni notte può essere speciale se suoniamo bene e lasciamo il pubblico soddisfatto, liberandolo per un po' dalle preoccupazioni. L'unica parte difficile del mio lavoro è il viaggio, gli spostamenti cominciano a pesarmi un po'».
La chiamano "The Godfather of Swing", come si sente nei panni del mentore?
«Sono stato uno dei primi, negli anni Ottanta, a far rivivere l'interesse per il vintage swing. Ne sono orgoglioso e con piacere do consigli ai musicisti più giovani. Dico loro di esercitarsi il più possibile, imparare tutto ciò che possono sulla musica, ascoltare i grandi musicisti e cantanti e fare esperienza di musica dal vivo. Darci dentro e non mollare mai. E anche imparare a gestire le delusioni e i rifiuti: sono una componente del music business. Quando il telefono non squilla per nuovi ingaggi pensi di essere stato dimenticato: capita a tutti gli artisti qualche volta. Grazie a Dio non è uno di quei momenti per noi!».
La sua giornata tipo?
«Quando non suono sto con i miei due figli, a Londra. Adoro cucinare, fare il caffè e fumare un sigaro cubano».
Novità in vista?
«Abbiamo registrato un album live che uscirà prima dell'estate. Oltre al cd, realizzeremo anche una versione limitata in vinile. E continuerò a presentare la mia musica in giro per il mondo, dove sembra esserci bisogno di un po' di gioia al momento». —
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