Renée Zellweger da Oscar è Judy Garland, la diva distrutta da Hollywood

ROMA. «Non vi dimenticherete di me» dice Judy Garland nell'ultimo concerto a Londra nel 1969, quando depressa e piena di barbiturici vuole ancora una volta essere cullata dall'abbraccio del pubblico che da 40 anni la adora e a cui ha sacrificato la sua vita. Ma il tempo con lei non è stato clemente: chi oggi si ricorda di quella performer incredibile, una delle più grandi di sempre, che a 16 anni già era la star bambina del Mago di Oz e a 47 è morta per overdose di pasticche? Per l'interpretazione della Garland, Renée Zellweger è candidata al premio Oscar in Judy, il film di Rupert Goold in sala dal 30 gennaio con Notorius.
Il film, che ha anche una seconda nomination per miglior trucco e acconciatura, vuole proprio far 'ri-scoprire’ la leggenda ai giovani: «La Garland - ha detto Goold - rappresenta una giovanissima diventata famosa e questo è qualcosa che i ragazzi che usano Instagram e hanno vite esposte con i social può essere capita. Potranno trovare in lei piuttosto una Amy Winhouse».
Judy Garland rappresenta, nel bene e nel male, la Hollywood dell'epoca d'oro quando produttori e agenti controllavano ogni cosa della vita della loro star, distruggendone il privato: alla Judy bambina e già popolare Dorothy del mago di Oz fanno una festa di compleanno in una data qualsiasi e con una torta che lei non potra mangiare, finta anch'essa, oggi la definiremmo fake news, solo a uso dei media.
Quattro matrimoni che non la salvarono dalla depressione, tre figli (la prima è Liza Minnelli), un continuo contrasto psicologico tra il richiamo del palcoscenico, dell'affetto dei fan e i sensi di colpa come genitrice perennemente in tour, un abuso di farmaci sin da ragazza quando gli agenti le inducevano il riposo con pasticche per dormire o per stare sveglia, Judy dice nel film «voglio solo quello che vogliono tutti, l'amore, ma per me è stato molto più difficile». La trasformazione di Zellweger è impressionante: il regista e i produttori l'hanno scelta per il suo lato comico, sexy, emotivamente disponibile che Judy ha sempre avuto ma certo l'attrice americana di Bridget Jones ha messo del suo, aiutata da tanto materiale originale e dalla monumentale biografia dell'ultimo marito Mickey Deans. «Renée è una grande lavoratrice sempre alla ricerca di ulteriori note, una perfezionista - ha detto il regista - c'è stato una grande lavoro sulla voce e sul fisico ma Renée ha avuto tutto lo spazio libero per trovare lei stessa le connessioni con il personaggio: lei come Judy è una stella che tutti fermano per strada ma che vive solitudini e paure». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo