Riscoprire Gatteri l’artista prodigio

Disegni inediti e quadri esposti da oggi a Trieste
Di Marianna Accerboni

di MARIANNA ACCERBONI

Enfant prodige di grande talento, ma riservato: è forse a motivo di questo suo temperamento schivo che il pittore Giuseppe Lorenzo Gatteri (Trieste 1829 - 1884) - nonostante le sue straordinarie capacità di disegnare avessero destato, fin da quand'era bambino, grande stupore e ammirazione - non è oggi molto noto ai più, anche se una via della nostra città ne ricorda il nome.

A colmare il parziale oblio, giunge ora una mostra che ci riporta ai tempi dell'800 eclettico e romantico, interpretato da una mano felice, forse anche più di quella del più celebre ma più estroverso Cesare Dell'Acqua, peraltro anche lui, come Gatteri, molto presente all'attenzione del Barone Revoltella, protettore e committente di ambedue gli artisti.

"Il suo segno era un'idea, era una rivelazione" è il titolo della rassegna che s'inaugura oggi alle 17.30 al Museo Revoltella di Trieste con un focus sull'opera grafica del Gatteri, conservata nelle collezioni museali, tema che sarà approfondito nell'occasione dalla curatrice, la storica dell'arte Francesca Nodari, con una conferenza introdotta dal conservatore del Museo Susanna Gregorat.

In mostra è esposto oltre un centinaio di disegni inediti dell'importante e ricca collezione grafica del museo dedicata all'artista, il fondo Weber Gatteri, costituito da quasi 470 fogli sciolti e da una ventina di album, donati nel 1904 nella quasi interezza da Matilde, sorella di Lorenzo, il quale li aveva realizzati fra il 1839 (a soli 10 anni) e l'anno della sua morte.

Tale selezione ripercorre l'evoluzione del linguaggio segnico dell'enfant prodige attraverso dieci sezioni: dalle battaglie, che erano la sua passione, tratte dalla “Historia romana” (1818) del famoso incisore Bartolomeo Pinelli, stilate dal Gatteri bambino, tant'è che oggi viene ricordato come uno dei principali esponenti del Romanticismo storico in terra giuliana; agli anni accademici, testimoniati da alcuni acquarelli sempre di argomento storico. Periodo in cui frequentava l'Accademia di belle arti di Venezia, per trasferirsi poi assieme al padre, apprezzato decoratore di edifici, a Milano e a Torino, dove fu accolto e stimato da personaggi emblematici dell'epoca del livello di Alessandro Manzoni e del "collega" Francesco Hayez. Senza dimenticare che nel suo soggiorno torinese del '43 il re Carlo Alberto gli commissionò degli acquarelli.

La rassegna di disegni esposta sopra l'auditorium, raggruppa anche notazioni di costume, caricature e vignette per l'editoria e testimonia il suo impegno d'illustratore (150 tavole per La storia veneta di Francesco Zanotto del 1852 e altre, tra il 1850 e il 1860, per le poesie di Pietro Zorutto, per la Storia cronografica di Trieste di Vincenzo Scussa e per le “Gioie e sofferenze della vita marina” del capitano Carlo Costantini), proseguendo fino agli esempi più tardi degli anni ’70 e della prima metà degli ’80. In questi però, un po' alla volta, il segno quasi si smaterializza, come accadde anche a Monet che verso la fine dell'800 iniziò a sciogliere le forme, intuendo che un nuovo percorso si sta. va aprendo per gli artisti più sensibili al nuovo: la premessa all'informale.

Ma in mostra non ci sono solo disegni: al pianoterra 12 dipinti raccontano il Gatteri fine colorista, che s'intravvede già negli acquerelli. Sono tutti quadri di tema storico, negli anni più tardi, baroccheggianti. La storia è resa più lieve dal tocco di colore leggero e vivace, spesso dinamico. Due delle opere, la “Festa delle Marie” e “L'arrivo della regina di Cipro a Venezia”, furono commissionati per la sua dimora dal Revoltella, che nella città lagunare era nato e dove Gatteri aveva recepito il fascino della grande tradizione coloristica veneziana.

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