Rispunta dal campo la nave sepolta ma l’ordine sociale imbriglia i sogni

Su Netflix il film con Carey Mulligan e Ralph Fiennes 

La storia

Dall’iniziativa di Gabrielle Tana, produttrice di uno dei film più amati degli ultimi anni, “Philomena”, ecco un’altra storia vera del ‘900, insieme romantica e drammatica, con grandi attori, dove persone comuni riescono in imprese straordinarie.

“La nave sepolta”, regia di Simon Stone, parla di passioni e di sogni, e della ricerca di un tesoro nella campagna inglese proprio mentre si avvicina la Seconda guerra mondiale. La proprietaria terriera Edith Perry (una sensibile Carey Mulligan), vedova, malata, che vive solo per il figlioletto sognatore, intuisce che sotto misteriosi tumuli nei suoi campi possano esserci antiche tombe e possibili tesori. Affida così gli scavi all’archeologo Basil Brown (Ralph Fiennes), autodidatta cocciuto, ma curioso e intelligente, affettuoso con il figlio, affascinato dalla terra in cui è cresciuto. Dopo i primi tentativi spunta il relitto di una nave arcaica, forse la tomba di un re. Ma da questo momento la coppia di archeologi dilettanti viene assediata dai principali musei, che pretendono di imbrigliare i sogni con la burocrazia.

Il messaggio del film sta proprio nel contrasto fra le passioni e le regole sociali, che una situazione d’emergenza come la guerra incipiente (che ricorda l’oggi) accentua al massimo. Qui ogni personaggio ama un altro (Edith ama Basil, la giovane archeologa Lily James ama il cugino di Edith, la moglie di Basil ama suo marito, che la trascura per il lavoro), ma sempre invano. Per non turbare l’ordine sociale, le passioni, come la nave, alla fine rimangono sepolte. —



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