Rivive alla Stadion lo spirito Biedermeier

TRIESTE. Un uomo di cultura importante che, nella sua casa di Opicina, aveva ricostruito filologicamente quell'atmosfera bon ton ottocentesca, intrisa di stile Biedermeier che tanto piaceva ai nostri nonni: ed ecco un delizioso tavolo rotondo in legno, il cui piano intarsiato appoggia su uno stelo centrale come fosse un capitello rovesciato, circondato da finissime seggiole in radica dal disegno molto elegante, alcune con la seduta in paglia di Vienna, il trumeau in legno con filettature intarsiate in legni chiari, il cassettone con scanalature verticali e tante stampe antiche che ci parlano spesso di Trieste, argenti anche firmati.
Si frantuma un po' con la scomparsa del proprietario, quell'aria di elegante intimità che il Biedermeier suggeriva nel suo complesso: uno stile nato nel 1815 e durato fino al 1848 per sostituire, con la Restaurazione, di cui era coevo, il più pomposo stile Impero. Voglia di normalità appunto, dopo il furore napoleonico, di tepore famigliare, di cultura non ostentata, sapore di borghesia appagata, come nelle vignette di José & Kollmann per le pagine de La Cittadella, che ci facevano sorridere sul Piccolo di anni fa…
Tutto ciò lo si può ammirare ancora oggi (dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30) e domani (10-13) in un settore della sala della Casa d'aste Stadion assieme a preziose porcellane anche del tipo Vecchia Vienna, a una notevole collezione di bicchieri di Boemia, ventagli e tappeti persiani di vario genere, bronzi ottocenteschi, tra cui una deliziosa testina giovanile.
Nell'ambito dell'asta che la Stadion ha organizzato il 12 e 13 febbraio, questi pezzi verranno battuti nella seconda tornata, venerdì 12 dalle ore 15 in poi. E sicuramente risulterà molto attrattiva, tra i numerosi argenti, la coppia di zuccheriera e caffettiera del primo '800 che porta la firma del napoletano Caruso e sulla parte panciuta, in evidenza, anche un bello stemma.
In attesa che la Stadion riproponga, in una prossima occasione, tutto il corpus di volumi antichi che il colto collezionista possedeva e che compone un'importante libreria. Con qualche sorpresa più contemporanea però, perché, da spirito amante della tradizione, il personaggio in questione amava circondarsi anche dei migliori artisti moderni della città, da Spacal, di cui saranno proposte varie grafiche, a Righi e Bastianutto.
Soprattutto i mobili, pur interessanti e di buona fattura, partiranno da una base d'asta molto bassa: «Questo è il momento di acquistarli - suggerisce Furio Princivalli, patron della Stadion - i prezzi sono convenienti perchè i giovani devono ancora capire che si possono comprare mobili dell'ottocento a prezzi Ikea. Nel mondo dell'antico infatti le quotazioni sono molto diminuite, come in tutti settori, la crisi un po' si sente. È comunque risultata molto significativa, anche se non fondamentale, la possibilità di poter pagare in contanti fino a 3000 euro, fattore che facilita soprattutto gli stranieri». Ma cos'è che va di più? «Le cose più belle, con pedigree importanti, vanno sempre, ma in tutto il mondo sono in grande ascesa l'arte moderna e contemporanea, da Fontana e Burri a Cattelan e Kounellis, che è richiestissima, ma purtroppo molto difficile da reperire nella nostra zona».
Oltre alla dimora dall'intimo richiamo Biedermeier, le chicche in asta non sono tuttavia poche: da un curioso ritratto di Garibaldi attribuito a Girolamo Induno al tavolo con quattro pouf foderati di vecchi tappeti kilim, a un azzeccatissimo manifesto per il Festival di Fantascienza di Spacal.
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