Rocco Papaleo: «Adesso da vecchio moschettiere guardo alla mia adolescenza»

Sarà che l’inizio del 2021 appare, per tutti, plumbeo e pieno di interrogativi, sarà che gli anni passano e che, sul set di “1 per tutti Tutti per 1” è successo che «l’artrosi abbia fatto spesso capolino», sarà che la vita in clausura causa Covid costringe a inevitabili riflessioni. Il risultato è che Rocco Papaleo, il moschettiere Athos nel film di Giovanni Veronesi, quello che più di tutti gioca con il tormentone dell’età avanzata, si ritrovi a vivere «un momento proustiano, una fase contemplativa», foriera di nuovi progetti e nuovi desideri. Al successo del film, che ha totalizzato 2 milioni di spettatori in 10 giorni dal debutto del 25 dicembre (in cui è stato il film di Natale più visto di sempre su Sky) è seguita, per questo, una parentesi pensosa e casalinga: «Ho trascorso un Natale solipsistico, tra me e me, l’ho vissuto come un’occasione per riavvolgere il nastro, il momento giusto per fare tante considerazioni».
Di che tipo?
«Mi sento moderatamente appagato e realizzato. Ho avuto fortuna, e secondo me, quando ti senti in questo modo, puoi apprezzare meglio ciò che hai, anche andando con la mente a quello che mi auguravo da ragazzo. Ho attraversato la vita con entusiasmo, qualunque cosa fatta mi è sembrata bella, l’ho vissuta con grande coinvolgimento emotivo. Da adulti è normale sentirsi più posati, più “pettinati”, perciò ho anche voglia di riscoprire la mia adolescenza. In questo mi aiuta molto mio figlio, che ha 22 anni, guardandolo rivedo me stesso alla sua età, quando non avevo ancora afferrato esattamente che cosa avrei voluto essere».
Come ha vissuto i lockdown?
«Mi è partita una voglia del mio paese, Lauria, in Puglia, ci sono tornato e ci passo molto più tempo rispetto a prima. Sono andato a cercare i luoghi dell’infanzia, la scuola elementare, gli angoli dove giocavo da bambino. Negli anni ruggenti mi sembrava un posto noioso, ora, invece, mi sembra una risorsa, qualcosa di cui sento la necessità, e infatti il mio prossimo progetto sarà ambientato lì».
Tornerà a dirigere?
«Ho iniziato a scrivere una storia nuova, durante il primo lockdown, e l’ho finita mentre giravo con Veronesi. Torno da dove sono partito, racconto la vicenda di un uomo della mia età, Orlando Bevilacqua, che fa i conti con il suo passato, direi che sarà un po’un “Orlando Bevilacqua coast to coast”, il viaggio a ritroso di uno che ha scelto di andarsene e che poi torna, per fare i conti con un pezzo dell’esistenza che non aveva mai elaborato».
Quando girerà?
«È un momento strano, ma, nonostante tutto, i film con le necessarie precauzioni si fanno, quindi, pandemia permettendo, mi piacerebbe girare verso la fine della primavera, un momento in cui il tempo è clemente e la luce è bellissima, soprattutto dalle mie parti».
Nel film di Veronesi è solo attore, ma da regista, è diversa la prospettiva con cui recita?
«Sì, sicuramente, fare il regista mi ha reso meno paziente, sul set la giornata mi sembra più noiosa perché sono meno stimolato e sollecitato. Ho perso un po’del divertimento, recitare mi piace sempre, ma un poco meno di prima. Comunque conosco bene la piramide del set e, quando sono solo interprete, ho molto rispetto per il regista, tendo a collaborare, senza essere invadente».
Che cosa le è piaciuto di più di “1 per tutti. Tutti per 1”?
«Fare il vecchio della situazione, avevo meno duelli e meno azione, soprattutto sono stato bene, in un cast favoloso, fatto di amici che sono anche i miei attori preferiti, e poi abbiamo girato in un posto bellissimo, la Val d’Orcia. Dovevamo stare in isolamento e quindi abbiamo trascorso tante serate insieme, in casa, mettendo in campo le nostre qualità, Favino ha cucinato un paio di volte, io ho suonato la chitarra, eravamo stanchi, ma ci siamo divertiti tra noi».
Il cinema sopravviverà all’espansione delle piattaforme?
«Certo, penso anzi che l’assenza del rito cinematografico in sala sia addirittura producente. In amore vince chi fugge, la voglia repressa spingerà le persone a cercare la sala». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo