Rompicapo nella “Foresta di ghiaccio”

Thriller a tinte forti ma dalla trama complicata il nuovo film di Claudio Noce

Dopo il successo nel 2009 di “Good Morning Aman”, Claudio Noce torna dietro la macchina da presa con un thriller a tinte forti e tendente al noir.

“La foresta di ghiaccio”, ambientato su gelide montagne innevate, dove la natura impervia regola lo scandire della vita dell’uomo, sceglie il buio, un blackout, per rendere ancor più solitario un paesino di montagna dove tutti si conoscono, e di tempo da riempire ce n’è sempre in abbondanza. Un guasto sta flagellando la centrale elettrica in quota. Pietro (Domenico Diele), operaio specializzato al primo incarico, viene spedito a risolvere il problema. A dare una mano a Pietro è Lorenzo (Adriano Giannini), uno strano tipo coinvolto in traffici più o meno leciti e innamorato di Rio de Janeiro, d’abitudine allarga le braccia come il Cristo Redentore.

In paese si aggira anche la zoologa Lana (Ksenia Rappoport) che, malgrado i rischi per la sua incolumità, procura da mangiare a un Emir Kusturica “orso”, che vive seminascosto dentro la centrale.

Come in “Twin Peaks”, ma in tutt’altra geografia, il viaggio è dentro il mistero e ognuno nasconde un segreto, costantemente in bilico tra il bianco delle cime innevate e la più nera delle notti. Il buio alberga fuori e dentro i personaggi, all’interno di anime indefinite e alle prese con percorsi spesso suggestivi ma mai del tutto comprensibili. Una favola nera, con tanto di Pollicino che cerca la strada di casa, di Cappuccetto Rosso alle prese con un orso invece che con il solito lupo, ma dentro una trama difficile da ri-assemblare, un puzzle un po’ troppo complicato per essere decifrato. Questo il limite de “La foresta di ghiaccio”, opera ambiziosa e inquietante, capace di una tensione silenziosa, di un simbolismo fatto di colori, che contrappone purezza a natura bestiale. Tutto è attesa, gioco di sguardi, silenzi. E tempi lenti, per entrare in sintonia con i bellissimi squarci paesaggistici di cui il film si nutre. Lodevoli le interpretazioni di Ksenia Rappoport, vincitrice di un David di Donatello come migliore attrice protagonista per “La sconosciuta”, e del regista, musicista e sceneggiatore Emir Kusturica, perfetto nella parte del malvagio. (cr.bor.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo