Ruskin e Tintoretto e il pop di Fiorucci

Una Venezia medievale e anticlassica, letta nelle pietre, nelle architetture, nelle storie bibliche scolpite nei capitelli di Palazzo Ducale, è quella che si svelerà al pubblico nella grande mostra che i Musei Civici veneziani dedicheranno dal 10 marzo all’appassionata quanto meticolosa ricerca storico-critica (scritta, disegnata, dipinta) sui monumenti di Venezia realizzata dallo scrittore, poeta, pittore e critico d’arte John Ruskin. E non poteva che essere Palazzo Ducale a ospitare l’inedita esposizione che intende celebrare l’autore de “Le pietre di Venezia”, lo studio forse più importante sull’architettura medievale veneziana, capace come pochi di influenzare l’estetica e la cultura ottocentesca. «Una mostra – come spiega la direttrice del Muve Gabriella Belli - che intende raccontare l’inteso rapporto d’amore tra Ruskin e Venezia, ma soprattutto la sua grande e meritoria opera di riscoperta e valorizzazione della città bizantina che negli anni dei viaggi veneziani di Ruskin (1835-1888) rischiava di essere irrimediabilmente perduta, cancellata dal sovrastante prevalere di una cultura rinascimentale». Sicuramente una personalità complessa quanto moderna quella di Ruskin, capace di cogliere lo spirito innovativo di un pittore moderno come Turner, quanto la rivoluzione del segno e del colore di un artista cinquecentesco come Tintoretto. «La rassegna – spiega la curatrice della mostra Anna Ottani Cavina - si articolerà attorno a 100 opere che documenteranno il genio versatile di Ruskin e la sua vocazione a tradurre in immagini la realtà, fissandola su migliaia di fogli, a penna e acquerello. Lo sguardo colorato di Ruskin sarà di certo una rivelazione per il pubblico italiano poiché è il più grande acquarellista dell’età vittoriana».
Sarà sempre Palazzo Ducale a ospitare l’altro grande evento del programma espositivo 2018 del Muve: a settembre infatti grazie alla collaborazione con National Gallery di Washington (che ospiterà la mostra nel 2019) partiranno i festeggiamenti per i 500 anni dalla nascita del pittore veneziano Jacopo Tintoretto, uno dei giganti della pittura europea del XVI secolo. Artista assolutamente moderno quanto vicino al gusto contemporaneo per il suo tocco fresco e immediato, fu amato e richiesto da dogi e da notabili veneziani per abbellire palazzi e chiese della citta. A più di 80 anni dall’unica importante esposizione veneziana a lui dedicata (1937), Jacopo Tintoretto torna protagonista di un grande progetto scientifico ed espositivo che metterà a fuoco finalmente la sua intera produzione pittorica, dalle prime opere datate 1540 circa fino ai lavori degli ultimi anni, quando l’artista era ormai la figura dominante della pittura lagunare. Farà da pendant una mostra a Palazzo Mocenigo dedicata all’universo figurativo, di ambiente e di costume, della Venezia tintorettiana.
Tra le novità della stagione 2018 del Muve sicuramente “Epoca Fiorucci”, la mostra-evento che a giugno sbarcherà a Ca’ Pesaro, dedicata alla pirotecnica creatività di Elio Fiorucci, il celebre stilista milanese scomparso nel 2015, da molti definito il «paladino della moda democratica». Fiorucci, personalità unica nel suo genere, più che uno stilista in senso stretto (non disegnava moda), fu un creatore di tendenze, una sorta di “influencer” ante-litteram sia del gusto che dello stile per ben due generazioni, quelle degli anni ’60 e ‘70. Le sue idee innovative, le proposte sempre all’avanguardia, gli input che coglieva ovunque nel mondo e portava poi in Italia, l’apertura ad altri mondi e ad altre culture, ma anche l’amore per l’arte, l’architettura e il design hanno reso questo singolare “signore della moda” sicuramente un fuoriclasse. Per celebrare Fiorucci e il suo mondo i saloni di Ca’ Pesaro si trasformeranno in una sorta di “negozio Fiorucci” simile a quello da lui lanciato a Milano nel 1967.
E la stagione non finisce qui. Tra i tanti eventi in programma, oltre alla celebrazione della pittrice e poetessa settecentesca Giulia Lama e del collezionista Anton Maria Zanetti, mecenate di tanti celebri pittori come Tiepolo, Ricci e Canaletto, anche l’omaggio a Zoran Mušic, a Gino Rossi e al maestro del vetro Angelo Seguso. Da non perdere poi la mostra sulla motocicletta a Forte Marghera e quella sulle origini della stampa al Museo Correr che nel 2018 sarà interessato da un accurato restyling che amplierà gli spazi espositivi per le mostre temporanee diventando così dal 2019 lo spazio espositivo cittadino per eccellenza.
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