Segrè e Pertot, previsioni sul futuro in un quasi romanzo scritto coi lettori

Mary Barbara Tolusso



L’attenzione ritorna all’ambiente con Andrea Segrè e il suo “...E poi? Scegliere il futuro” (Edizioni Ambiente), scritto a quattro mani con la patologa vegetale Ilaria Pertot, che viene presentato oggi in anteprima a Pordenonelegge. Non si tratta di un saggio o di un manuale ambientale pronto alla divulgazione. Questa volta Segrè sceglie il genere della fiction, anzi, neppure questo è esatto: «In realtà rientra nel genere “speculative non fiction”. Di fatto è un racconto, in questo caso scritto da due ricercatori, che su fatti dimostrati scientificamente ci conducono in un percorso che porta a dei temi di attualità, ma soprattutto che riguardano il nostro futuro. Quello che volevamo fare era trasmettere ai lettori degli argomenti di contenuto scientifico alto, ma con un linguaggio narrativo», osserva Segrè.

La storia è quella di due ragazzi, Lisa e Carlo, che amano la montagna e discutere sulle grandi questioni che investono l’umanità. In prima linea c’è l’ambiente, la drastica situazione del cambiamento climatico e sullo sfondo una scenografia pandemica: «Abbiamo iniziato a scrivere il libro prima del Covid, poi ci siamo trovati in mezzo a questa piaga e quindi c’è uno sfondo pandemico, ma non accenniamo mai al virus, perché appunto non vuole essere un libro sul Covid. Parte dal cambiamento climatico, quello è il cuore del racconto, non a caso l’avventura inizia con la scalata di un ghiacciaio che si sta fondendo. Ci sono altri temi che coinvolgono il nostro presente, come per esempio le migrazioni».

E poi l’uso insostenibile delle risorse naturali, la società della produzione illimitata e del consumo di massa, lo stile di vita bulimico, sono argomenti che si accostano a quello sul riscaldamento globale. Ma l’originalità dell’operazione sta nel fatto che è un energico esperimento di crowd foresight e di crowd writing: «Non ci aspettavamo tutta questa partecipazione. Il racconto è uscito tempo fa in ebook. Il nostro esperimento era questo: potevi scaricarlo gratis, ma solo compilando una scheda che prevedeva sette scenari sul nostro futuro, cosa mangerai, dove abiterai, come ti muoverai e così via. Queste risposte ci sono poi servite per elaborare le parole dei 642 lettori che hanno compilato il questionario e in base a queste parole abbiamo formulato il nostro finale sul libro in uscita, cioè quello cartaceo. Per quanto concerne il crowd writing invece, ci sono stati 141 lettori che si sono messi a scrivere un finale. Grazie a una giuria capitanata da Gian Mario Villalta, abbiamo scelto 9 conclusioni alternative rispetto alla nostra. Ognuno quindi potrà scegliere la chiusura che vuole: più ottimista, tragica o distopica. Ci ha colpito la voglia di leggere, ma anche quella di scrivere». Naturalmente lo scopo non è quello di fare profezie su uno scenario futuro, come se fosse predeterminato, ma considerare il futuro come qualcosa che possiamo creare o modellare, quindi influenzare con i nostri comportamenti e le scelte del quotidiano. L’indagine svolta attraverso il crowd foresight ha più che altro prospettato delle linee guida. Così dall’immaginario dei lettori, il libro di Segrè-Pertot comunica anche la prefigurazione collettiva da qui ai prossimi 5 anni e, a quanto pare, sembra che tutti mangeremo cibi semplici, vestiremo più comodamente, staremo più a casa e lavoreremo quasi tutti in smart working. —



Riproduzione riservata © Il Piccolo