Seguendo il profumo dei libri Giampiero Mughini racconta la sua e altre vite

C’è Italo Svevo, naturalmente, con una delle mille copie non dichiarate di “Una vita”, edita da Vram nel 1892. Poi c’è Scerbanenco, il “Simenon italiano”, con la “Venere privata” edito da Garzanti nel 1966, perché fu il primo in Italia a dare diginità letteraria al poliziesco. E ancora c’è un intero capitolo dedicato a Bobi Bazlen e Anita Pittoni, con la riproduzione del loro epistolario scovato dal libraio antiquario triestino Simone Volpato, libraio «innamorato della triestinità al punto da conoscerne ogni anfratto». Insomma non poteva mancare il cuore della Trieste letteraria del Novecento nel regesto di uno dei più appassionati bibliofili d’Italia, Giampiero Mughini, che alla sua passione e al suo furore d’aver libri ha dedicato un’autobiografia sentimentale tutta giocata intorno ai libri. In “Che profumo quei libri” (Bompiani, pagg. 168, Euro 17,00), ovvero “La biblioteca ideale di un figlio del Novecento”, Mughini prende per mano il lettore e lo porta nella sua personalissima biblioteca, dove dietro ogni volume - raro o meno che sia - c’è una storia che si intreccia con la sua storia. «Non c’è radiografia migliore del nostro tempo recente - spiega Mughini - di quella fornita da quali libri abbiamo letto, e quando e come e perché». Quelli proposti dall’autore in altrettanti capitoli/schede, non sono «necessariamente i più famosi, i più importanti, i più riconosciuti, in definitiva i più ovvi. Ho scelto libri che talvolta sono stati letti da pochi, talaltra centrati su personaggi apparentemente minori anche se irrinunciabili». Si comincia con “Myricae” di Giovanni Pascoli, 1891, che per Mughini rappresenta «l’avamposto e il presagio della poesia italiana del Novecento», con quei suoi «versi cadenzati ciascuno come gli serviva, parole scelte tra cultura alta e vita di tutti i giorni». E si finisce - prima del capitolo dedicato a Bazlen e Pittoni - con “La casa di Mollino”, catalogo della mostra del 2015 all’Isttuto italiano di Cultura a Parigi dedicata a Carlo Mollino. Architetto, fotografo, designer e aviatore, maestro della fotografia erotica, Carlo Mollino fu totalmente ignorato quand’era in vita, mentre oggi sul mercato americano «le più belle tra le polaroid erotiche di Mollino sono state vendute a oltre ventimila dollari ciascuna». Ogni libro ha un suo destino, dietro ogni destino ci sono uno o tanti libri.
Pietro Spirito
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