Sepúlveda: «Ho scoperto l’impegno con Neruda»

Lo scrittore a Pordenone parla del nuovo libro, dedicato idealmente alla sua generazione di combattenti
Pordenone, 07/03/2015 - Dedica Festival 2015 - Teatro Comunale Giuseppe Verdi - LUIS SEPULVEDA - Ritratti - Foto Luca d'Agostino/Phocus Agency © 2015
Pordenone, 07/03/2015 - Dedica Festival 2015 - Teatro Comunale Giuseppe Verdi - LUIS SEPULVEDA - Ritratti - Foto Luca d'Agostino/Phocus Agency © 2015

PORDENONE. È un esempio vivente di letteratura civile Luis Sepúlveda, cantore di quegli anni infuocati di fervore politico, di sogni e di passione per un futuro da costruire, che caratterizzarono la gioventù cilena negli anni '60 e '70, attraversata da manifestazioni politiche specchio del sogno di un nuovo Sud America illuminato dalle parole di Salvador Allende, vicino alle periferie e agli emarginati, la cui voce arrivava fino al lontano Vietnam. Nell'incontro tenuto ieri pomeriggio nell'ex convento di San Francesco a Pordenone, Sepúlveda dona corpo a quei ricordi, accompagnato davanti all'auditorium di Dedica da Ilide Carmignani, sua compagna di strada in questi anni e traduttrice di tutti i suoi libri, compreso quest'ultimo “L’avventurosa storia dell’uzbeko muto”, uscito in Italia per Guanda il 5 marzo.

La figura poliedrica di Luis Sepúlveda, militante politico e grande romanziere, la si può comprendere proprio muovendo da quella adolescenza divisa tra poesia e politica, che vide nella figura del grande poeta cileno Pablo Neruda la genesi sia del suo impegno civile che della sua passione letteraria: «Davanti all'appello di Neruda affinché i giovani si iscrivessero alla Juventudes Comunistas de Chile, ho inaugurato una strada segnata indissolubilmente da azione politica e respiro letterario». Un vero inno a quella generazione di ormai sessantenni, idealmente riuniti nelle pagine di questo romanzo, che attraverso la lente dell’affetto e dello humour hanno saputo stemperare le tensioni e riportare intatti le passioni e i momenti di entusiasmo di una giovinezza militante. Il sogno di fratellanza e solidarietà, di indipendenza politica, di libertà personale e collettiva, affiora in questo libro che si costruisce di 9 storie, nato quasi da una scommessa con l'amico peruviano Ramiro, vincitore di una borsa di studio all’Università Lomonosov a Mosca, destinato a ricevere un’educazione sovietica nella patria del socialismo e protagonista di una rocambolesca esperienza di mimesi uzbeka. Molti sogni che rispecchiano le molte verità di un Paese in costruzione, con ancora lo spazio per speranze e ideali. Un libro dove, come in una metaforica «casa di riposo per ex combattenti», si brinda col sorriso a chi non c'è più e a quei valori sempre attuali di libertà e giustizia. «Romanticismo e consapevolezza, impegno e responsabilità sono il prezzo che abbiamo pagato per trasformarci in una società migliore, attenta alla dignità umana. Storie di un'epoca al margine della legge, attraversata da immensa felicità, vissuta sapendo di fare la cosa giusta nel momento giusto con i mezzi a nostra disposizione, esercitando il diritto e la capacità di essere giovani senza chiedere permesso».

Francesca Pessotto

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