Si è fermato il cuore di Mango mentre cantava la sua “Oro”

Un infarto ha ucciso il cantante lucano sulle prime note del brano scritto con Mogol Stava concludendo un concerto per beneficenza in provincia di Matera
Il cantante Mango in coppia con Laura Valente, in gara nella categoria Campioni con il brano ''Chissa' se nevica'', ritratti nel 2007 mentre si esibiscono sul palcoscenico del Teatro Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo. Il cantante Mango è morto, stroncato da un infarto, alla fine del concerto che stava tenendo al 'Pala Ercole' di Policoro, in provincia di Matera. L'artista, che aveva compiuto 60 anni il 6 novembre scorso, è stato soccorso e trasportato in ospedale, dove è giunto privo di vita. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Il cantante Mango in coppia con Laura Valente, in gara nella categoria Campioni con il brano ''Chissa' se nevica'', ritratti nel 2007 mentre si esibiscono sul palcoscenico del Teatro Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo. Il cantante Mango è morto, stroncato da un infarto, alla fine del concerto che stava tenendo al 'Pala Ercole' di Policoro, in provincia di Matera. L'artista, che aveva compiuto 60 anni il 6 novembre scorso, è stato soccorso e trasportato in ospedale, dove è giunto privo di vita. ANSA/CLAUDIO ONORATI

MATERA. Le prime note di “Oro”, poi l'interruzione improvvisa, il braccio destro alzato e uno «scusate» rivolto al pubblico prima del malore mentre era alla tastiera. È quello a cui ha assistito il pubblico del Pala Ercole di Policoro, ripreso anche in un video caricato su YouTube, nei momenti precedenti all'infarto che ha stroncato il cantante Mango al termine del concerto per beneficenza «Solidarietà e integrazione: insieme costruiremo un mondo a colori».

La salma è stata trasferita ieri a Lagonegro (Potenza). Nella sua villa, dove viveva con la moglie, la cantante Laura Valente, e con i suoi due figli, è stata allestita la camera ardente. I funerali saranno celebrati domani nella Chiesa Madre della città lucana. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino.

di ALESSANDRO MEZZENA LONA

A cantare aveva iniziato prima ancora di imparare a scrivere. A sei anni, Giuseppe Mango, per gli amici Pino, era già il frontman di una cover band messa assieme da suo fratello Michele, un po’ più grande di lui. «Facevamo nostre versioni di pezzi famosi di Aretha Franklin, degli Stones, Otis Redding, James Brown, Led Zeppelin». La musica italiana, già allora, gli stava stretta. «Al massimo qualche brano di Lucio Battisti». Lui volava con la fantasia e la voce oltre i confini stretti di Lagonegro, in provincia di Potenza, dov’era nato il 6 novembre del 1954. Sognava il mondo grande delle sette note, dal Mediterraneo in là.

In realtà, ad aprirgli la strada verso il successo è stata proprio una delle icone della musica italiana. Nel 1976, dopo aver ascoltato il suo album d’esordio “La mia ragazza è un gran caldo”, inciso per la Rca italiana sotto gli occhi attenti di Silvano D’Auria, Patty Pravo si era innamorata di due canzoni di Mango: “Per te che mi apri l’universo” e “Tu pioggia io mattino”. Al punto da volerle cantare nel suo disco “Tanto”. Cambiando il titolo al secondo pezzo, che diventerà “Per amarti d’amore”.

Perché la critica si accorgesse di lui, però, Mango ha dovuto aspettare il Festival di Sanremo del 1985. Con “Il viaggio”, infatti, si è aggiudicato il Premio della critica, pur restando fuori dalla finale. Nemmeno l’anno dopo gli è andata meglio, anche se “Lei verrà” è stata riconosciuta come una delle canzoni più belle in gara nella categoria dei Big al Festival del 1986. Inserita nell’album “Odissea”, otterrà poi il disco d’oro, arrivando a vendere oltre 150mila copie.

“Australia”, “Bella d’estate”, “Stella del nord”, “Sirtaki”, “Mediterraneo”, “Nella mia città”, “La rondine”, oltre alla strepitosa “Oro”, scritta in collaborazione con Mogol, sono alcuni titoli delle tantissime canzoni di successo scritte da Mango. Emozioni trasformate in musica. Schegge di poesia che lui sapeva accompagnare a sonorità spesso scandite da ritmiche originali, che utilizzavano tempi dispari gettando un ponte tra la tradizione melodica del Sud D’Italia e il mare grande della world music. Non a caso, il musicista lucano, legatissimo alle sue radici, stravedeva per il Peter Gabriel post-Genesis.

Schivo e riservato, amato da Lucio Dalla e Mia Martini, Mango cantava con un timbro vocale personalissimo. Quel mezzo falsetto in cui concentrava tutta l’emozione di chi è nato per cantare.

alemezlo

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