Sick Tamburo, la musica con la maschera

Domani sera alle 21 i Sick Tamburo saranno protagonisti del Lunatico Festival nel parco di San Giovanni, in Via de Pastrovich 4. La serata comincia già alle 19 con il dj set a cura di Zwei Knodel.
I Sick Tamburo nascono a Pordenone nel 2007, a seguito dell'esperienza dei Prozac+ di Gian Maria Accusani ed Elisabetta Imelio (mentre la cantante Eva Poles inizia una carriera solista). "Senza vergogna" (La Tempesta, 2014) è il loro terzo album, la copertina è disegnata da Davide Toffolo.
Accusani, mente e songwriter del progetto, si presenta con lo pseudonimo di Mr Man (voce e chitarra). Solitamente sul palco lo accompagnano i misteriosi e mascherati: Miss Understanding (basso e voce), Doc Eye (batteria) e String Face (chitarra e basso); in aggiunta le figure di Boom Girl (voce e basso) e Frog Man (chitarra). Elisabetta Imelio (Boom Girl), anima integrante del progetto, non sempre è presente ai live, spiega Accusani: «A Trieste, però, ci sarà. Ci presenteremo in formazione completa, quindi un concerto speciale. Siamo un gruppo mascherato e abbiamo la possibilità di giocare, per questo usiamo gli pseudonimi. Abbiamo dovuto adattare la line-up anche per portare dal vivo l'ultimo disco, che presuppone la presenza di due chitarre. È una famiglia allargata e dal vivo a volte qualche elemento cambia. Ci tengo a dire che venerdì ci saremo tutti, e sarà un'occasione per festeggiare una cosa per noi speciale (che non posso svelare)».
Il terzo disco ha segnato un cambio di sonorità.
«Abbiamo sfruttato al 100 per cento una vena che nei Sick Tamburo c'era sempre. C'era voglia e bisogno di cambiamento, poi è accaduto anche un po' per caso».
In "Senza vergogna", inoltre, Elisabetta è tornata al basso e ha lasciato a lei il ruolo di cantante...
«È un po' più impegnativo per me, anche se ho sempre (anche) cantato. Da un lato mi diverte, ma mi porta via più energia. Comunque a me basta stare su un palco per stare bene!».
Il pubblico come ha preso il nuovo corso?
«Alla fine è il disco che ha portato più gente ai concerti, che è stato recepito ed accolto meglio di tutti».
Tra i vostri seguaci ci sono più nuovi fan o più persone che vi seguono già dai Prozac+?
«All'inizio forse si sono avvicinate le persone che in qualche modo già ci conoscevano (ma meno di quello che si possa pensare). Poi man mano che vai avanti acquisisci un nuovo pubblico, anche più giovane. Ora esistiamo da tanti anni e abbiamo una storia a parte. Senza dimenticare o rinnegare il passato, ovviamente. Sentiamo di essere cresciuti. Il primo disco era una novità grossa per l'Italia, per come era fatto e pensato, forse anche troppo (lo dico senza presunzione). Il terzo ha una maturità che si sente, dai testi e da tante altre cose. Il nostro percorso ci soddisfa per questo».
La scaletta?
«Finalmente abbiamo un repertorio vasto, facciamo tutto il disco nuovo e poi un mix dei pezzi più conosciuti degli altri due».
Materiale nuovo?
«Stiamo lavorando a delle cose e buttando giù parecchie idee (ne ho bisogno per stare bene), anche se è ancora presto. La direzione del prossimo disco ancora non si sa!».
Ha seguito la carriera solista di Eva Poles?
«Non ci vediamo con assiduità ma con regolarità. Siamo talmente attaccati, abbiamo tali legami che non posso mai dare un giudizio... Dico solo: ogni cosa che fa, è già buono che ci sia!».
Nel 2016 si celebra il ventennale di "Testa Plastica", album di debutto dei Prozac+… Qualche sorpresa?
«È da un po' che se ne parla, la gente ce lo chiede... Non abbiamo deciso nulla. Ma ci stiamo pensando».
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