Silvio Muccino gira l’elogio dell’imperfezione

ROMA. Silvio Muccino, 32 anni, ma non li dimostra. Sguardo sincero, di un ragazzo pulito che dopo quattro anni (Un altro mondo) torna dietro la macchina da presa con l'entusiasmo di un esordiente. Di scena per lui “Le leggi del desiderio”, una commedia che come spiega il regista attore fa recuperare «la meraviglia dell'imperfezione». Un film che Muccino, esordio a 16 anni in Come te nessuno mai, inizierà a girare a Roma a fine agosto (in uscita con Medusa, il 26 febbraio 2015). «Il titolo del film - spiega Muccino - evoca “La legge dell'attrazione”. E questo in un momento di crisi in cui ognuno cerca di trovare il modo per realizzare i propri desideri attraverso teorie tra new age e studi sul comportamento umano. Il tutto per una società che vuole solo vincere e fa spazio solo ai vincenti. «Ecco - spiega il regista - io cerco di prendere in giro questa società di soli vincenti anche con una sorta di avvertenza: attenti perché quello che desiderate lo potreste alla fine ottenere davvero». Silvio Muccino interpreta così nel film un life-coach che si ispira a «personaggi come Anthony Robbins, uno che è stato consulente di Gorbaciov, Clinton, Donald Trump». «Insieme a Carla Evangelista (sua compagna creativa di sempre, ndr) - continua - abbiamo messo mano a questo personaggio, tra profezie e cialtroneria, che intende trasformare le persone, che parla di modellamento, di trasformare tutti in vincenti». «Ma io credo - sottolinea Muccino - che non possiamo essere tutti superman, che bisogna accettarsi. Anzi che la cosa più bella di noi sono le nostre fragilità le nostre imperfezioni».
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