Simpatici si nasce o si diventa? Studiando si impara a piacere
Simpatici si nasce o si diventa? Secondo Andrea Stracciari, che ha pubblicato con il Mulino il saggio “Perché siamo (o non siamo) simpatici” (pagg. 136, 11 euro), la simpatia è una dote apparentemente innata, perché già i neonati dimostrano una predisposizione a essere sensibili agli stati emotivi delle persone.
Le emozioni sono la prima forma di connessione sociale: sentiamo nel nostro corpo le emozioni che l’altro sta vivendo e simpatizziamo con lui. Eppure talvolta ci accostiamo a una persona, ma avvertiamo dall’espressione del suo viso o dalla postura del suo corpo che non gli interessa un accidenti di ascoltarci e tantomeno di instaurare alcun rapporto con noi.
Non si è simpatici a tutti né l’arte di riuscire simpatici si studia dai libri o s’impara da qualcuno. Come diventare simpatici, allora? Si deve innanzitutto lavorare su se stessi: conoscere i propri stati d’animo, acquisire sicurezza interiore e autostima. Poi bisogna imparare a entrare in sintonia con l’altro, che significa: ascoltare e interessarsi ai suoi problemi, saperlo mettere a proprio agio, essere tollerante e rispettare le sue idee. E una buona dose d’ironia servirà a sdrammatizzare le situazioni, se usata con intelligenza e misura.
«A volte – scrive Alfred de Musset – ci sono delle simpatie così forti che incontrandosi per la prima volta sembra di ritrovarsi». Qualcosa di quella persona evoca in noi una sensazione già provata di cui serbiamo il ricordo. Simpatia significa co-patire, nel senso di condividere un piacere o una sofferenza altrui. Non va confusa con empatia, pietà e compassione. In particolare, l’empatia è la capacità di percepire le sensazioni e i sentimenti altrui come se fossimo noi stessi a provarli.
C’è chi per opportunità cerca di farsi piacere qualcuno, ma tutti sappiamo che la simpatia è una questione di pelle ossia di feeling (sentire). E perché talvolta si è attratti da una persona che istintivamente ci risulta antipatica? Il fascino della canaglia è irresistibile, quando qualche sua abilità o estro fa breccia in noi tanto da concedergli più di un’attenuante.
La simpatia può essere contagiosa, come avviene nelle piazze e pure virtualmente con i like postati sui social network. Queste sono forme di tradimento di se stessi, forzature dannose dei propri gusti e intendimenti.
La simpatia è oggi una qualità imprescindibile per le aziende: accanto alla figura dei Ceo (chief executive officers), si sta introducendo quella dei Cho (chief happiness officers), manager simpatici responsabili della felicità dei dipendenti. Google ha introdotto il jolly good fellow, un professionista che migliora la soddisfazione aziendale dei dipendenti.—
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