Sorpresa al Verdi per “I Puritani” Katia Ricciarelli sarà la regista

La cantante curerà la produzione propria del teatro del primo titolo della stagione insieme a Davide Garattini. Collaborazione di lunga data con il direttore Carminati

trieste

Un coup de théatre in apertura di stagione: il Teatro Verdi annuncia un cambiamento sostanziale nel primo titolo in cartellone nella stagione operistica, sostituendo l’annunciato allestimento madrileno de “I Puritani” di Vincenzo Bellini con una produzione propria dello stesso titolo, la cui regia è stata affidata a Katia Ricciarelli, in tandem con Davide Garattini. Sia ben chiaro, in teatro i cambiamenti in corso d’opera appartengono alla normale amministrazione e sono anzi auspicabili quando il progetto viene rielaborato pensando al pubblico, come ha spiegato in conferenza stampa il direttore artistico Paolo Rodda. Oltretutto la presenza della celebre cantante a Trieste verrà valorizzata anche da un evento dedicato ai ragazzi delle scuole per la promozione della cultura operistica.

La Ricciarelli arriva all'incontro con i media con appena un filo di trucco, come è sua abitudine, e l’altrettanto consueta verve, gioca con il suo dialetto veneto e con i giornalisti poco loquaci (ma voi conoscete l’opera I Puritani, vero?), scherza con il direttore generale della Fondazione Antonio Tasca che è stato suo allievo di canto. Con il maestro Fabrizio Maria Carminati, primo direttore ospite del Verdi, ci sono una collaborazione e un’intesa di lunga data, con questo titolo d’opera un rapporto particolare, legato a un allestimento della versione elaborata da Bellini per la leggendaria Malibran, documentato anche su cd (con un cast nel quale figurava anche la triestina Eleonora Jankovic). Carminati non ha scelto questa particolare versione, ma ha voluto comunque offrire una rarità al pubblico del Verdi, “un atto d’amore” nei confronti di Bellini, integrando la versione tradizionale con un duettino tratto dall’edizione parigina dell’opera che anticipa il grande duetto “Vieni fra queste braccia”.

Per la Ricciarelli non si tratta della prima regia d’opera ma questo passaggio dalla scena alla direzione non è stato cercato, come ha spiegato lei stessa: «La regia d’opera è capitata per caso, come l’esperienza cinematografica. Anche in questo caso sono stata titubante di fronte all’incarico. Mi favorisce certamente aver vissuto come cantante le opere che ho messo in scena, altrimenti non avrei avuto questa presunzione. Inoltre sono per natura curiosa e mi incammino in questa avventura con tenacia, come in tutte le cose che ho fatto nella mia carriera ormai quasi cinquantennale, ma al tempo stesso con la necessaria umiltà. La cosa fondamentale secondo me è l’incontro con i cantanti. Penso che la modernità nella regia risieda anche nella cura dei dettagli che troppo spesso vengono trascurati nella visione d’insieme. Mi interessa l’espressione del singolo interprete, la sua naturalezza nell'ottenere con il minimo sforzo apparente il massimo delle emozioni, esaltate da luci e proiezioni». E proprio a proposito delle proiezioni che verranno utilizzate, lo scenografo e light designer Paolo Vitale ha voluto sottolineare che si tratterà di un allestimento che riesce a essere «accattivante senza forzature» e dove ci sarà un utilizzo quasi «romantico» delle proiezioni in quanto specchio delle emozioni. —



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