Spuntano i giornalisti italiani al servizio delle spie inglesi

Il nostro Paese controllato dai britannici nel nuovo libro di Cereghino e Fasanella
Di Pietro Spirito
03 Apr 1957, Italy --- Unidentified spectators examine the design traced in the sand showing the spot where the body of Wilma Montesi was found almost four years ago, in Torvajanica. Members of the court investigating the case, which developed into a scandal that almost toppled the government as a result of the vice-prime minister's son, Piero Piccioni, being accused in Montesi's death, recently paid a visit to the site. Piccioni and another accused man, Ugo Montagna, were later absolved of the crime. | Location: Torvajanica, Italy. --- Image by © Bettmann/Corbis
03 Apr 1957, Italy --- Unidentified spectators examine the design traced in the sand showing the spot where the body of Wilma Montesi was found almost four years ago, in Torvajanica. Members of the court investigating the case, which developed into a scandal that almost toppled the government as a result of the vice-prime minister's son, Piero Piccioni, being accused in Montesi's death, recently paid a visit to the site. Piccioni and another accused man, Ugo Montagna, were later absolved of the crime. | Location: Torvajanica, Italy. --- Image by © Bettmann/Corbis

di Pietro Spirito

La perfida Albione, come la definì qualcuno, ci spia. Che i servizi segreti di Sua Maestà siano interessati almeno sin dal secolo scorso alle vicende dello Stivale, Mario Josè Cereghino e Giovanni Fasanella ce lo avevano già spiegato con dovizia di particolari nel loro precedente libro, “Il golpe inglese” (Chiarelettere), dove appunto affrontavano, documenti segreti alla mano, il tema poco noto e poco sviscerato dell’influenza britannica sulla politica italiana. Ora, però, i due storici sono andati oltre, hanno scavato più a fondo negli archivi inglesi fino a dimostrare che per i governi britannici, quali che fossero, il nostro Paese è sempre stato, e forse continua a essere, una . “Colonia Italia” (Chiarelettere, pagg. 483, euro 18,60), come titola il nuovo libro di Cereghino e Fasanella.“Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano. Le prove nei documenti top secret di Londra”, questo il sottotitolo, che riassume da solo il lavoro svolto dagli autori.

Del resto, basta guardare la carta geografica per capire come un territorio - l’Italia - allungato nel Mediterraneo come un corridoio che lega Nord e Sud, Europa e Africa, oscillante nella sua storia fra Est e Ovest, e storicamente inaffidabile nella politica come nell’economia, sia stato un sorvegliato speciale per un’isola, la Gran Bretagna, abituata a gestire e controllare imperi vasti e instabili, con interessi enormi da difendere su questi infidi territori. E siccome in politica controllare è sinonimo di condizionare, ecco che non c’è poi tanto da stupirsi quando si scopre che larghe fette della stampa, dell’editoria delle televisioni abbiano subito, nel tempo, influenze, pressioni, “consigli”.

Con tanto di giornalisti e intellettuali messi a busta paga. Il caso dello scrittore Giorgio Bassani, ad esempio, agente del Soe, lo Special Operations Exceutive, arruolato come “ufficiale di collegamento”, con il nome di Oriolo o Ruffo è noto (i documenti sono desecretati dal 2008). Meno noto è che negli elenchi dei collaboratori del Soe figurano, fra gli altri, personaggi come Ugo La Malfa, Emilio Lussu, Adriano Olivetti, Ferruccio Parri, Giaime Pintor, Bruno Zevi. O che negli elenchi dei “clienti”, cioè delle personalità che tra il 1949 e il 1956 ricevettero in via riservata “regolarmente i materiali di propaganda britannici”, ci sono Gateano Afeltra, Alfredo Annunziata, Ettore Bernabei, Enzo Biagi (compare in una lista del 1955, quando è direttore di “Epoca”, ma stando ai documenti “chiede successivamente di non ricevere più i materiali propagandistici inglesi”). Oltre a Jader Jacobelli, Mario Missiroli, Italo Zingarelli e molti altri, in gran parte giornalisti e direttori di testate giornalistiche. La lista - un vero e proprio schedario - dei personaggi italiani che a vario titolo compaiono nei documenti segreti esaminati da Cereghino e Fasanella occupa da sola oltre cento pagine sulle 483 totali del volume.

Il che dà l’idea dell’ampiezza del fenomeno. Gli autori analizzano poi nel dettaglio alcuni degli episodi più controversi della recente storia italiana, dimostrando le ingerenze dei Servizi inglesi. Come nel caso Mattei, il fondatore dell’Eni, la cui politica economica minacciava direttamente gli interessi della Corona britannica. Cereghino e Fasanella documentano le azioni dei governi britannici, tramite i Servizi, per ostacolare Mattei, e arrivano a evidenziare sorprendenti analogie tra le posizioni inglesi e quelle di un giornalista che lanciò nei confronti di Mattei una violenta campagna stampa, Indro Montanelli. Mattei morì nell’esplosione dell’aereo su cui volava, disintegrato da una bomba. Chi è stato, ovviamente, le carte degli archivi di Kew Graden non lo dicono.

È però in quella che oggi chiamiamo “la macchina del fango” che, carte alla mano, i Servizi inglesi hanno potuto eccellere. Come nello scandalo Montesi, forse il primo caso di cronaca nera che raggiunse fama nazionale nella neonata Repubblica Italiana. La morte della giovane Wilma Montesi svelò un fitto intreccio tra poteri in cui gli autori tirano in ballo anche i Gesuiti, “ovvero l’intelligence del papa”, che agirono contro De Gasperi, sostenitore di Mattei e troppo “a sinistra”, orientando le indagini e la stampa intorno alla morte della giovane(caso, per altro, a tutt’oggi irrisolto). Se la vicenda assunse i tratti di una guerra sia tra i partiti di maggioranza, sia tra le fazioni all'interno della stessa Democrazia Cristiana (Attilio Piccioni vide compromessa la sua carriera politica a causa del coinvolgimento del figlio) è perché dietro gli stessi Gesuiti agì la mano occulta dei Servizi britannici. E, come appunto dimostra il poderoso studio di Cereghino e Fasanella, non è stato l’unico esempio delle ingerenze degli 007 inglesi negli affari - sporchi - di casa nostra.

p_spirito

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo