Stagione lirica, il soprano Hernandéz al Verdi con "Luisa Miller" VIDEO

TRIESTE. Era Norma nel secondo cast dell’opera di Bellini, al Teatro Verdi di Trieste, e ora Saioa Hernandéz ritorna quale protagonista di “Luisa Miller” di Giuseppe Verdi, in scena domani alle 20.30, con la regia di Denis Krief, che ha curato anche scene, costumi e luci. Sul podio Myron Michailidis. A Rodolfo darà voce Gustavo Porta, Federica sarà interpretata da Olesya Petrova e Ilya Silchukov sarà Miller, il Conte di Walter è affidato ad Andrea Comelli, Wurm a In-Sung Sim e Laura a Yumeji Matsufuji. Nel 2009 il soprano spagnolo ha fatto il suo debutto in Italia al “Bellini” di Catania con Norma.
Nel 2010 ha vinto il secondo premio al Concorso internazionale di Bel canto Vincenzo Bellini a Puteaux, in Francia. «Luisa Miller - dice - è una partitura che fa parte di un periodo più belcantista, è più vicina allo stile degli ultimi lavori di Donizetti o di Bellini, con sfumature e abbellimenti delicatissimi, fraseggio e dominio del fiato e momenti di assoluta dimostrazione della tecnica e della bellezza del canto. Ma è pur sempre Verdi, cioè bisogna porre l’accento anche sul pathos drammatico. Stiamo facendo un bellissimo lavoro di approfondimento con il regista Denis Krief».
Un personaggio interessante?
«Per capire chi è Luisa, bisogna capire chi è il padre. Luisa è una ragazza cresciuta con suo padre, che fu soldato, senza il riferimento della madre. Un padre semplice, un uomo della terra che le ha insegnato a difendersi e a sopravvivere nel mondo senza il bisogno degli altri. Così ci troviamo davanti a una ragazza sicura di sé, che sa leggere e scrivere, che sa usare la spada, che sa cucinare, cucire e fare i lavori della casa, ma anche della terra, una ragazza molto avanti rispetto all’epoca. Suo padre vorrebbe per lei, per il suo bene, un matrimonio d’amore».
Lei che rapporto ha con suo padre?
«Mio padre è stato per me un esempio da seguire. Abbiamo un rapporto speciale, che penso sia dovuto al fatto che lui è cresciuto con due fratelli maschi. Io sono la seconda di tre fratelli, l’unica femmina. Questo ha fatto di me forse una piccola Luisa, nel senso che sono cresciuta tra maschietti. Ho fatto tanto sport e giocato a giochi maschili».
Montserrat Caballè ha detto di lei: “Per me è la diva del nostro secolo”...
«È stata la più grande, ultima Norma. Mi ha dedicato queste bellissime parole un anno dopo il mio debutto in Norma, nel concerto di chiusura di una masterclass, in cui io ho interpretato la scena finale di Imogene da “Il Pirata”».
Cosa le ha trasmesso?
«La prima volta che ho cantato per lei la Norma ero molto nervosa e tremavo. Lei ha preso la mia mano per farmi sentire come respirava e cosa faceva per sostenere i piani e i filati. E mi ha detto una cosa molto importante: "Norma è madre, non è una strega. Norma è madre, non è una Medea”. Ed è vero! Bisogna usare quei sentimenti materni, approfondire di più al di là della musica, che a volte ti porta a fare una Norma un poco più banale e a cantarla sempre sulla linea del belcanto».
Una bella emozione cantare con Andrea Bocelli, Elton John e Heather Headly in uno stadio con più di 25.000 persone?
«A me piace tantissimo la musica in generale, mi piace il pop, la copla, il soul. Aver cantato con un magnifico artista e una bellissima persona come Andrea Bocelli è stata un’esperienza indimenticabile, che ripeterei senza dubbio. Mi piacerebbe rifarlo con qualche cantante pop spagnolo che ammiro come David Bisbal, Mónica Naranjo o anche italiani come Nek, Modà o Laura Pausini».
Come ama rilassarsi?
«Mi piace tanto camminare. Prima camminavo più da sola, ora lo faccio con Giulietta, il mio cane, il mio piccolo amore. Questo mi aiuta a non perdere le abitudini. Un’altra cosa che mi rilassa moltissimo è cucinare. Ma non posso fare niente quando sono fuori. Odio cucinare in una cucina che non è la mia! Poco tempo fa ho anche aperto un blog di cucina, La Cocina de Tosca (lacocinadetosca.blogspot.com), dove metto le ricette che faccio e che mi piacciono».
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