Storia di Fiume, la città cerniera fra Italia e Balcani

Nelle edicole il libro di Giovanni Stelli pubblicato dalla Biblioteca dell’Immagine

Il nome di Fiume di solito è associato all'Impresa dannunziana e al periodo in cui la città quarnerina, governata dal poeta-soldato con il sostegno del Consiglio nazionale italiano, fu al centro dell'attenzione internazionale e teatro di esperimenti costituzionali e iniziative culturali tanto interessanti quanto controverse. Anche gli studi storici dedicati a Fiume si sono concentrati in prevalenza sugli anni del primo dopoguerra e sul D'Annunzio "fiumano". In realtà l'Impresa costituisce solo un momento, per quanto decisivo, di una storia secolare nel corso della quale la città di San Vito difende tenacemente la sua identità linguistica e culturale di carattere italiano, che, a partire dalla sua fondazione romana, emerge nel Medioevo e si rafforza nei secoli successivi nel corso del complesso gioco politico tra le potenze interessate all'area quarneriana: Venezia, l'Austria e l'Ungheria. Ora questa storia secolare la racconta Giovanni Stelli nel libro “Storia di Fiume. Dalle origini ai giorni nostri” (pagg. 330) pubblicato dalle Edizioni Biblioteca dell’Immagine nella splendida collana dedicata alle “Storie delle città”. Il volume è nelle edicole al prezzo di 9,50 euro più “Il Piccolo”. In un saggio lungo, ricco e dettagliato, ricco di il nostro quotidiano Giovanni Stelli ci racconta la Storia e le Storie della Fiume italiana diventata Rijeka, e la sua vocazione scolare: essere punto di transito, cerniera e sintesi, tra il continente e il mare, tra Italia e mondo sub-danubiano balcanico. Ma proprio tra Ottocento e Novecento, nel corso del processo di formazione di Stati nazionali, la contraddizione andò trasformandosi in antagonismo politico aggressivo tra nazionalismi contrapposti.

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