Storici a confronto sul patto di Londra del 1915

Venerdì a Trieste un convegno sulle conseguenze dell’accordo diplomatico per la Venezia Giulia
Di Marina Rossi

di MARINA ROSSI

Venerdì si terrà a Trieste, nella sala Tessitori in piazza Oberdan 5 dalle 14.30, un convegno di storici "Il Patto di Londra del 1915 e la Venezia Giulia. Storiografie a confronto" / Londonski pakt leta 1915 in Julijska krajina. Primerjava historiografij".

Spiega lo storico Gorazd Bajc, organizzatore dell'evento: «Il Patto di Londra ha avuto indubbiamente un'importanza storica centrale per i rapporti italo-jugoslavi e per le popolazioni sul territorio di confine. Ci siamo posti le seguenti domande: cos'è stato il Patto del 1915 e quali sono i veri retroscena di quella firma segreta che influì su una decisione di tale portata storica da far entrare uno stato in guerra (e per il quale sono morti in molti)? Incrociando i lavori delle diverse storiografie con le nuove risultanze che ancora possono emergere dagli archivi di Londra e Roma abbiamo insomma puntato a offrire una rilettura nuova e transnazionale».

In quali archivi ha approfondito il tema?

«Con i fondi del progetto ho avuto l'opportunità di poter tornare in archivi che conosco molto approfonditamente per altre ricerche (in particolare The National Archives, a Kew-Londra) e nei quali avevo già individuato interessanti documenti inerenti al tema del Patto del 1915, che ora ho avuto modo di poter trattare in modo specifico. Sono convinto che per capire meglio la nostra Storia serve individuare anche il punto di vista degli altri ovvero dei terzi: nel caso del secolo Ventesimo giuliano i britannici erano capaci di seguire e analizzare con attenzione parecchi avvenimenti e le dinamiche che hanno così caratterizzato il terriorio. Il collega Štefan ‹ok ha svolto ricerche invece a Roma, nell'Archivio Storico del Senato e in quello Storico del ministero degli Affari Esteri».

Quali obiettivi vi ponete?

«Con il nostro progetto speriamo che i risultati delle ricerche siano essere materiale di confronto con altri studiosi e che fossero accessibili all'opinione pubblica. Al nostro convegno parteciperanno storici italiani, sloveni e di altre parti della ex Jugoslavia. I lavori si svolgeranno sia in sloveno che in italiano e ci sarà a disposizione la traduzione simultanea. Verranno presentate relazioni che tratteranno i problemi del confine orientale nell'ottica della questione adriatica all'interno della politica estera italiana, delle potenze centrali, degli Alleati - in particolare della Gran Bretagna -, del governo serbo. Si parlerà anche della questione albanese (che non possiamo tralasciare quando parliamo del Patto del 1915). Qui vorrei sottolineare che nel centenario della Prima guerra mondiale, stranemente,- le trattative e il Patto del 1915 sono rimaste quasi nell'oblio. Tanto si parla (ed è giusto) della guerra 1914-1918, le librerie sono piene di volumi inerenti il tema, ma, salvo alcune eccezioni, non si trovano opere che trattino il percorso diplomatico e politico che portò all'intervento italiano».

Perché Trieste come sede del convegno?

«È stata una scelta quasi naturale. La città può rappresentare uno dei luoghi privilegiati di incontro e dialogo tra diverse culture».

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