Sul sentiero delle fate scoprendo un Trentino di tradizioni e magia
Da Preghena parte un “anello” disseminato di sculture in legno un modo diverso per conoscere la montagna ad ogni età

C’era una volta un sentiero di fate in mezzo al bosco… Potrebbe iniziare così una piccola vacanza in Trentino, non quello del grande afflusso estivo di turisti in cerca di balsamo per i nervi stressati, ma quello, appunto, un po’ magico e meno conosciuto dei boschi e dei prati fioriti. Se a questi ingredienti aggiungiamo qualche spunto didattico e l’incanto delle vecchie tradizioni, ecco servita la vacanza perfetta.
Puntando verso Trento, da Trieste in poco più di quattro ore si deve raggiungere Preghena, una piccola frazione del comune di Livo a quota 900 metri da dove parte e arriva, come in un anello, un fantasioso sentiero disseminato di personaggi scolpiti nel legno e di infrastrutture realizzate con materiali naturali che raccontano le fatiche della gente di montagna e le antiche storie della fantasia popolare. Un percorso che fa impazzire i bambini ma che è anche per gli adulti un'esperienza speciale. Il percorso si chiama “Il lavoro, le fate, le streghe” e vi sono distribuite oltre 30 installazioni in legno a opera di Vito Datres ognuna delle quali è protagonista di storie diverse che escono dai tronchi o dalla terra. Il sentiero inizia in salita ma continua in piano o in discesa e attraversa la collina detta “Dos da Mul”, antico “castelliere” da cui si gode una bella veduta sulla valle di Rumo, il Mezzalone, Cis e la Valle di Bresimo. Il sentiero delle fate, rappresenta un interessante esempio di “passaparola new media”. Grazie a un progetto di comunicazione che fa capo a un blog – ilovevaldinon.it – e alla relativa pagina Facebook che fa una media a settimana di 1 milione e mezzo di copertura, le presenze si sono impennate, a dimostrazione che tecnica e metodo abbinate a creatività producono promozione. Nella stessa zona, spostandosi più a ovest ai confini con i monti, c'è la val di Bresimo e due paesini, oltre ai quali non ci sono altro che malghe e cime da raggiungere. Da Bresimo si sale ai ruderi restaurati del Castello di Altaguardia, il più in alto di tutto il Trentino. I ruderi sono spettacolari ma la vista vale davvero la salita. Il Castello, la cui testimonianza più antica risale al 1218 sebbene le sue origini si perdano nel X secolo, deve il suo nome proprio alla sua posizione strategica sulla costa ovest del “Monte Pin” da cui svolgeva una funzione di controllo sul fondo valle. Prima di arrivarvi, per conoscere una buona pratica in tema di eco sostenibilità, si trova Castel Basso, l’antico maso dei Thun, oggi ristrutturato e sede di un centro per la salvaguardia ambientale, una vera e propria "casa ecologica". Tra le peculiarità del Centro anche l'impianto di depurazione delle acque con la fitodepurazione, caratterizzato dall'assorbimento dei reflui da parte di piante autoctone.
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